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San Sabino fra Barbarito e Guanci

Al nunzio emerito, che un giorno riposerà nella chiesa madre, oggi sarà intitolata la Biblioteca parrocchiale mentre è ancora vivo il ricordo del dipendente comunale che quattro anni fa si tolse la vita alla vigilia della solennità patronale. I nove falò illumineranno la notte di Atripalda. Il sindaco Spagnuolo: Facciamo festa non polemiche

Mons. Luigi Barbarito

Tutto pronto per i festeggiamenti religiosi in onore di San Sabino Vescovo patrono di Atripalda ed il suo fedele diacono San Romolo. Il programma ha avuto inizio l’1 febbraio scorso col solenne novenario, ma è a partire da questo pomeriggio che Atripalda rende omaggio al suo patrono. Alle 16:30, infatti, è prevista l’inaugurazione della Biblioteca parrocchiale intitolata a mons. Luigi Barbarito, nei locali dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione, riaperta nel dicembre del 2012 in memoria di Antonio Capaldo, situata accanto alla casa canonica e accessibile da piazza Di Donato. Una cerimonia che si preannuncia ancor più ricca di significato se pensiamo che mons. Barbarito, proprio in questi giorni, ha ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni per essere un giorno tumulato proprio nella chiesa di Sant’Ippolisto, per riposare insieme ai martiri. Una tomba sobria e monumentale, già posizionata nella prima cappella di sinistra della chiesa madre, accoglierà il feretro del nunzio emerito.

La città, poi, si riunirà intorno al fuoco de falò. Alle 19:30, come da tradizione, sarà il sindaco Paolo Spagnuolo ad accendere il grande fuocarone comunale di Piazza Umberto I, per la prima volta allestito su un braciere in ferro di 9 metri quadrati fatto realizzare appositamente. «Negli ultimi anni la tradizionale accensione dei Focaroni di San Sabino - scrive il primo cittadino in una nota - da momento di grande festa ed aggregazione civile è diventato momento di apprensione ed esempio di quando la burocrazia diventa miope ed eccessivamente pignola. Lo scorso anno l'amministrazione comunale, oltre alle tante pratiche burocratiche, si è vista costretta ad affrontare una spesa viva di quasi 3mila euro, legata al costo di acquisto, trasporto e smaltimento di inerti, utilizzati come base per l'accensione dei diversi focaroni distribuiti sul territorio cittadino. Questa amministrazione si è impegnata a trovare una soluzione che semplificasse tutta la procedura di svolgimento dei tradizionali focaroni di San Sabino, a partire dagli adempimenti, fino al commissionare la realizzazione di bracieri (utilizzabili per qualsiasi manifestazione), sulla scorta di altre realtà a noi vicine. Molti ricorderanno ancora oggi i disagi legati alla giacenza sulle strade cittadine dei residui delle accensioni, per il cui smaltimento occorre seguire una procedura alquanto complicata: prima la caratterizzazione del rifiuto, poi l’individuazione di un'azienda autorizzata al trasporto e successivamente un'azienda autorizzata allo smaltimento dei residui. Con una spesa una tantum, che sarà già quasi totalmente ammortizzata il primo anno, saranno distribuiti lungo il territorio cittadino 6 bracieri, di cui il più grande in piazza Umberto I, con l'obiettivo di far svolgere in maniera più ordinata e sicura l'accensione dei Focaroni e con l'eliminazione delle successive procedure di smaltimento dei residui. Con l'augurio che tale iniziativa dia nuovo impulso alla tradizione più cara alla comunità atripaldese - conclude la nota -, che in un momento di grande difficoltà sociale, possa ritrovarsi unita e coesa in questo giorno che torni ad essere di festa e non di polemiche».

Il rito propiziatorio dei fuocaroni coinvolgerà tutta la città con otto falò “privati”: Piazza Vittorio Veneto (Confraternita Santa Monica), via Salvi (Associazione ’A Potea), via Pianodardine (Misericordia), via San Giacomo (Renato Di Gisi), via Tiratore (Vittorio Repole), Piazza Tempio Maggiore (Antonio Alvino), collina di San Pasquale (Gruppo Scout) e via Tufara (Sabino Aquino).

Da quattro anni a questa parte, però, la vigilia della solennità di San Sabino non è più la stessa: la notte fra il 7 e l’8 febbraio 2011, Pasquale Guanci si tolse la vita nella casa di famiglia di contrada Civita. Il dipendente comunale, a 60 anni,si suicidò, forse a causa della depressione, straziando il cuore della moglie Pina e dei figli Nunzia, Gianni e Carlo. Ancora oggi i suoi colleghi di lavoro ed i suoi confratelli di Maria SS del Carmelo ricordano con grande commozione quell’uomo così riservato e gentile che, improvvisamente, una gelida notte, decise di farla finita.

Pasquale Guanci

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Commenti  

 
#1 Alfredo 2015-02-08 22:59
L'anno scorso sono stati buttati i soldi per lo smaltimento. Ricordo al sindaco che le ceneri dell'anno scorso erano di pura legna vergine e quindi non inquinante e tranquillamente smalti ile come umido. Poi quest'anno che avete fatto i bracieri la cenere come pensate di smaltirla?
La 'pignola burocrazia' e figlia di una vostra male gestione.