Sabato, 20 Apr 24

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Arrivano dall’Africa le nuove suore del convento

Ancora poche settimane ed il settecentesco edificio di via Cammarota tornerà a rianimarsi grazie allarrivo di alcune sorelle nigeriane

Don Enzo con l'ing. Lazzerini

Dopo tre mesi di chiusura il convento di Santa Maria della Purità dovrebbe presto ospitare nuove suore. Alla morte di suor Letizia (all’anagrafe Maria Gerarda Giuseppina Roselli) il settecentesco edificio di via Cammarota è rimasto vuoto e senza prospettive certe. Nei giorni scorsi, però, si è avuta la conferma che il Vescovo di Avellino, mons. Francesco Marino, ha accolto la richiesta di un ordine di suore della Nigeria e fra non molto tre o quattro sorelle di colore dovrebbero trasferirsi ad Atripalda per vivere nel convento.

La decisione è pressoché ufficiale, manca solo la data certa perché restano da sistemare alcune pratiche burocratiche. Una delle quali riguarda la modifica dello statuto della Fondazione che gestisce il convento per sostituire la figura della madre superiora con quella del parroco di Sant’Ippolisto alla presidenza del Consiglio di Amministrazione, composto, inoltre, dall’ing. Alessandro Lazzerini e dal dott. Aldo Laurenzano. Don Enzo De Stefano è atteso dal notaio per firmare l’accettazione dell’incarico di presidente, dopodiché, insieme al Vescovo stabilirà la data per l’arrivo delle suore e la celebrazione di una cerimonia ufficiale di accoglienza. I tempi sono quasi maturi, secondo indiscrezioni non confermate è questione di alcune settimane, ma il parroco ha già fatto sapere che appena la data diventerà ufficiale vorrà essere lui stesso a comunicarla ai fedeli ed alle istituzioni cittadine.

Per i primi tempi le suore saranno aiutate a sostenere le spese della struttura dal CdA della Fondazione e dalle offerte dei fedeli perché a differenza di chi le ha precedute non godono di alcuna pensione. Successivamente la speranza è che l’edificio, grazie ad alcuni progetti presentati dalla Caritas diocesana e dalla Misericordia di Atripalda, possa diventare un centro di assistenza per anziani e, dunque, godere di una propria autonomia economica. Si tratta, al momento, di idee molto concrete che necessitano, però, di tempo per essere realizzate. Tuttavia sembra già un’ottima notizia quella che presto il portone del convento tornerà ad aprirsi ogni mattina, che la luce della speranza squarcerà le tenebre dell’oblio a cui lo storico edificio si sarebbe inevitabilmente consegnato e la città si riapproprierà di uno dei suoi simboli più importanti, che al suo interno custodisce ancora il misterioso “Volto Santo”.

(articolo pubblicato su Abellinum il 20 giugno scorso)

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