Un imprenditore ed un suo dipendente, dopo aver ripulito il capannone aziendale, sono stati sorpresi a dare alle fiamme un cumulo d'immondizia
Grazie al nuovo decreto denominato “terra dei fuochi” bruciare rifiuti è un reato punibile fino a sette anni di reclusione. Per la prima volta, dopo il decreto Ronchi, s’interviene con sanzioni penali che prevedono il carcere fino a tre anni, se si accendono roghi con materiale non dannoso e addirittura fino a sette anni se nel cumulo ci sono agenti inquinanti e come la plastica e oggetti molto tossici. E proprio mentre il Governo stava varando il nuovo decreto, i Carabinieri di Atripalda hanno sorpreso un imprenditore atripaldese di cinquantotto anni e il suo fido operaio, mentre stavano appiccando il fuoco a un cumulo di rifiuti tossici nel piazzale di un capannone industriale nella periferia della città di Atripalda. Certamente la situazione in zona è allarmante: per porre fine a questo i militi sono impegnati attivamente sul territorio per monitorare la situzione.
I militi sono stati preoccupati da una colonna di fumo nero che si è levata improvvisamente sul cielo della città nonostante la pioggia; così la pattuglia si è presentata al cancello del capannone trovandolo chiuso. I Carabineri hanno aggirato il capannone ed hanno notato due uomini fuori al piazzale intento ad appiccare il fuoco a un cumulo di rifiuti. Immediatamente alla vista dei carabinieri l’operaio ha cercato di spegnere il fuoco, prima del loro intervento. Ai militi l’imprenditore atripaldese di cinquantotto anni ha riferito che nei giorni precedenti aveva deciso insieme al proprio operaio, un 69enne di Manocalzati, di ripulire il capannone dai rifiuti e dai detriti perché aveva intenzione di affittarlo, ignorando sia il decreto Ronchi sia il nuovo decreto. L’imprenditore e il suo fido operaio sono stati denunciati alle autorità competenti per smaltimento di rifiuti e getto di cose pericolose.
I carabinieri hanno anche chiesto l’intervento dell’Arpac per valutare e analizzare il contenuto del cumulo di rifiuti che era stato già consumato dalle fiamme. In caso di presenza di materiale pericoloso come materiale plastico e altri inquinanti, la pena sarà inasprita di un terzo.
Se il giudice dovesse valutare il reato, tenendo conto il nuovo decreto, i due potrebbero rischiare fino a sei anni di reclusione. Ma i due non sono stati che gli ultimi in ordine di denuncia, dall’inizio dell’anno solo ad Atripalda sono più di una trentina le persone che sono state denunciate, la metà sono imprenditori.