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Atripalda, il paese che... non c’è più

È da più di due mesi che manco da Atripalda ma, appena tornata, ho cercato subito di aggiornarmi sulle ultime vicende leggendo i giornali locali. La prima notizia che mi colpisce ed addolora è sapere che l’esimia Assunta Di Fiandra, donna perbene, disponibile ed educata, lasci la biblioteca dopo 35 anni. Fin qui nulla di straordinario se non leggere che probabilmente pressioni amministrative e politiche abbiano ostacolato la sua permanenza. Ma dove si troverà un’altra Assunta Di Fiandra? Vado oltre e apprendo che la neo Protezione Civile si sta già frantumando. Il politico di turno è pronto ad imporsi, a dare lezioni, ad estromettere chi, in questo campo, ha esperienza da vendere (ex maresciallo dei Vigili del Fuoco). Forse è la nascita di un altro “mostro a due teste”. Incontro la mia migliore amica (ci conosciamo da circa 40 anni) e mi dice che è costretta ad “emigrare” ad Avellino per consentire alla figlia, portatrice di handicap, di frequentare un centro dove ci siano quantomeno le regole fondamentali (professionalità, sicurezza e RISPETTO). Il centro di Atripalda è ad uso e consumo dei forestieri. E poi il mercato. La più grande risorsa della nostra cittadina ha un futuro incerto. Nel percorso della mia vita non ho mai visto cose del genere. Meno male che ci ha pensato Lello La Sala a rispolverare vecchie fotografie che possano mostrare quanto fosse bella l’Atripalda di qualche tempo fa. Una cittadina dove tutti erano amici e c’era una grande solidarietà, l’unica Atripalda in cui si riconosce un Enzo Angiuoni che, nonostante il cambiamento in negativo, fa ancora tanto per questo paese che… non è più.

G.V.

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