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Berardino torna sui fatti accaduti in biblioteca: Strattonato e minacciato per impedirmi di parlare

«Essere arrivati al punto da non consentire ad un cittadino di esprimere il proprio pensiero mi ha convinto che Atripalda non può essere migliore di quello che è»

Manlio Berardino

Caro Direttore,

approfitto della ospitalità, più volte offertami nel passato, per esporre una precisazione su quanto accaduto nel corso dell'incontro organizzato dall'Amministrazione comunale per far conoscere ai cittadini i "brillanti risultati" raggiunti sia sul piano politico che su quello amministrativo nel primo anno di attività. Premetto subito che, avendolo riportato con encomiabile tempestività in esclusiva sul tuo sito internet grazie alla competenza ed alla professionalità del videofotoreporter Antonio Cucciniello, non vorrei parlare del "vivace battibecco" che mi ha visto involontario protagonista insieme al sig. Sindaco che, peraltro, colpevolmente col mio voto ho contribuito ad eleggere, in tutta sincerità ero convinto che l'invito alla partecipazione rivolto ai cittadini non fosse limitato al solo ascolto della solita giaculatoria che non poteva non essere che celebrativa ed autoreferenziale altrimenti avrei impegnato il mio tempo, come ha fatto il 99,99% degli atripaldesi, in modo migliore. Tra l'altro, giungendo in ritardo per motivi personali, ho dovuto sorbirmi, come uno scolaretto giunto a scuola in ritardo, dal sig. Sindaco il "meritato" rimprovero e la punizione del diniego di parlare!

Non vorrei nemmeno polemizzare per avermi giudicato "maleducato" con il sig. Sindaco che:

a) ha ignorato diverse mie richieste scritte di un incontro per potergli spiegare a voce l'offerta da parte di un cittadino di realizzare sul territorio comunale, a proprie spese, una struttura di accoglienza per cittadini soli;

b) da persona "educata e rispettosa" quale egli appare, ha evitato, senza alcuna scusa, di incontrarmi pur avendomi promesso, in diverse occasioni verbalmente, che "quanto prima" mi avrebbe ascoltato!!;

c) ha mancato di intervenire, come Sindaco e Presidente, a difendere la libertà di parola e l'incolumità fisica di un cittadino presente in una riunione pubblica che si svolgeva in luogo pubblico: inconcepibile l'atteggiamento minaccioso del suo segretario particolare, dipendente comunale, noto ai più per la smisurata affezione al [...], al quale è stato permesso di intimarmi, con atteggiamento [...], di non parlare e, alla mia irata reazione verbale, addirittura, come un incallito "buttafuori", di spintonarmi violentemente costringendomi ad abbandonare la riunione.

Se mai avessi avuto dei dubbi, il non aver consentito ad un cittadino di intervenire e, quindi, di esprimere il proprio pensiero su tutta la sceneggiata preparata per auto elogiarsi; il non aver esercitato il diritto-dovere di difendere un cittadino minacciato e strattonato da un "suo accolito"; l'aver introdotto nella già misera politica locale il "metodo cangurista", saltellando rapidamente da un partito ad un altro per evidenti e prossime aspirazioni elettoralistiche; l'evanescenza delle forze politiche presenti soltanto per difendere la poltroncina ottenuta, unita alla incapacità di operare efficacemente e di gestire positivamente, guardando agli interessi della collettività,la presunzione di saper far da soli un lavoro che postula l'ascolto degli altri, mi ha ancor di più convinto che Atripalda non ritornerà mai più ad essere laboriosa, verde, pulita, fatta a misura di piccoli, giovani e vecchi finché costoro, approfittando della notte oscura che è calata sulla nostra comunità,continueranno a pensare esclusivamente ad ottenere risultati insperati per le loro dimostrate incapacità.

Manlio Berardino

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