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Comitato di Quartiere contrada Alvanite, Marrano getta la spugna

In una lettera aperta le ragioni delle dimissioni da presidente: “Quando il governo scappa non resta altro da fare”

Massimo Marrano

Cari cittadini, caro Sindaco, cari Amministratori e Consiglieri tutti, scrivo queste parole per comunicarvi che non ci sono più presupposti per continuare a compiere il mio ruolo di presidente di Comitato di Quartiere. La decisione di queste dimissioni non è stata semplice ma quando il “governo” scappa dalle sue responsabilità non resta altro da fare. Da quando il Comitato si è inserito, non ha dovuto solo combattere con le problematiche del Quartiere ma ha dovuto combattere - soprattutto - con un’amministrazione interessata per demagogia alla soluzione dei problemi di una contrada esclusa, allontanata dalla vita cittadina senza alcuna colpa. Quando il comitato ha iniziato a fornire prova di “autonomia di pensiero” - ovvero, quando è diventato scomodo - è stato gradualmente allontanato fino all’emarginazione. I “poteri” principali attribuiti ad un Comitato di quartiere sono quelli consultivi e propositivi, ma nel momento in cui è negata la partecipazione alle decisioni relative al destino del quartiere, non riesco a capire quale possa essere il motivo della mia permanenza all’interno di questa consulta prevista da Statuto comunale. Da due anni abbiamo creato un doposcuola gratuito ed ogni volta i problemi sono sempre gli stessi: “Trovare i soldi per l’assicurazione”, “trovare il materiale di cancelleria”, “trovare l’amministrazione dalla tua parte”. A tal proposito mi viene soltanto da ringraziare tutti i professori che volontariamente, ogni giorno, si sono recati nella sede del comitato per aiutare i bambini e i ragazzi nello svolgimento dei compiti. Abbiamo cercato di dar vita ad un censimento per fotografare la reale situazione di questo quartiere e, invece, di essere incoraggiati cosa abbiamo ottenuto? Una vera e propria censura, consumata nell’indifferenza della politica e degli amministratori. Ma con forza, caparbietà e decisione abbiamo portato avanti il progetto contro ogni ostruzionismo, scomodando addirittura il Garante della Privacy al quale ci siamo rivolti per garantire in modo trasparente i diritti e la tutela dei cittadini del quartiere. Oggi siamo in attesa di discutere i risultati in una Pubblica Assemblea con la speranza che, prima o poi, tutti i nostri interlocutori politici, tecnici ed amministrativi, accolgano il nostro invito a parteciparvi, finalmente liberi da reticenze e impegni personali. Un’altra questione, che qualcuno prima o poi dovrà spiegare ai cittadini, è l’esito del progetto “Alvanite quartiere laboratorio/Intervento di Rigenerazione Urbana”. Il Comitato e il Quartiere hanno partecipato attivamente alle fasi iniziali della progettazione, ma, in seguito, non sono stati aggiornati sulle scelte amministrative e neanche hanno potuto visionare e valutare il progetto approvato dalla giunta comunale. Abbiamo saputo dalla stampa locale che il quartiere sarà “demolito” e ricostruito. Io mi chiedo a cosa sono servite quelle giornate di incontro con i cittadini se la loro voce non è stata ascoltata: cari amministratori, vi risulta che qualche abitante abbia richiesto la demolizione? Vi assicuro che non è affatto così e ve lo dimostreremo con i risultati del suddetto censimento. Inoltre, mi piacerebbe sapere dagli amministratori dove credono di trovare - in periodo di recessione e senza una vera strategia di sviluppo economico - i fondi necessari per questo lavoro di demolizione e ricostruzione? Il Piano Casa, infatti, da solo non può garantire i costi di realizzo, a meno che non diventi uno strumento di speculazione edilizia che, di sicuro, non arreca vantaggi ai residenti. Altra questione che sta sollevando polemiche infinite nel Quartiere è la manutenzione del verde. Ricordo alla cittadinanza che stiamo chiedendo, da quando ci siamo insediati, un piano di manutenzione programmata del verde pubblico ma non abbiamo mai ottenuto una risposta. Ora l’amministrazione ha avviato un “piano” per il taglio degli alberi cercando di coinvolgere - in modo ambiguo ed opaco - il Comitato di Quartiere ma, cogliamo l’occasione per precisare che il Comitato non ha nulla a che vedere con le barbarie ambientali che sta subendo la Contrada in questi giorni. Chi sta tagliando gli alberi ad Alvanite? Una ditta incaricata dall’Amministrazione o privati cittadini? Se è stata incaricata una ditta, sarebbe bene capire in base su quali presupposti, autorizzazioni e progetti sia stato deciso quali e quanti alberi debbano essere abbattuti. Se invece, come temo, la “febbre del taglio” ha colpito privati cittadini, evidentemente esasperati dalle lungaggini amministrative, se non anche, da vane promesse di risoluzione dei problemi derivanti dalla manutenzione del verde pubblico, sarebbe opportuno prendere gli opportuni provvedimenti per un gesto comprensibile ma non giustificabile. È piuttosto incomprensibile la negligenza e la superficialità con cui le amministrazioni che si sono succedute negli anni hanno inteso affrontare le problematiche del quartiere. Assurda è la pratica del “non fare” per ragioni di economia di spesa; senza pensare che in questo modo si alimenta il degrado e si producono maggiori e ulteriori costi. Il mio dovere verso gli elettori, mi obbliga a prendere le distanze da qualunque astuzia finalizzata ad ottenere il consenso in base al principio dello scambio di favori. Ritengo necessario, invece, assumersi le proprie responsabilità, ciascuno per la parte che gli compete affinché si realizzi una pratica amministrativa lungimirante, fondata sul dialogo e sul coinvolgimento dei cittadini, che educhi alla democrazia e ricusi la politica dei piccoli privilegi. L”unità” è un valore fatto di ascolto reciproco e non è un ricatto da tirare fuori ad ogni opinione non condivisa. Sono indignato perché osservo comportamenti incongruenti e subisco metodi che nulla hanno a che vedere con la buona politica. Sono ancor più ferito dall’indifferenza e deluso dal pressappochismo di quanti considerano la cosa pubblica un affare privato, senza curarsi minimamente delle conseguenze. Con amministratori senza motivazioni è impossibile “ricucire” quel rapporto tra la contrada e la “politica”, è impossibile realizzare un efficace progetto di “rinascita” della zona. Alvanite è un quartiere complesso e come tale richiede l’interazione fra diversi attori: abitanti, politici, istituzioni, organizzazioni, associazioni ecc. al fine di incentivare lo sviluppo di progetti che migliorino la qualità della vita al suo interno. È completamente inutile che il comitato si sforzi di progettare, a lavorare se dall’altra parte c’è chi fa orecchio da mercante per convenienza, per indifferenza o per timore. Per realizzare specifici progetti di intervento occorre innanzitutto coraggio, oltre che specifici strumenti. Ma ci vogliono anche dignità e coerenza, affinché si possa avere piena consapevolezza delle proprie scelte, anche quando queste dovessero rivelarsi dolorose. Con tale consapevolezza ho deciso di rimettere il mio mandato, ma non rinuncio, per l’ultima volta a chiederle, Signor Sindaco, di rivolgere la Sua attenzione alle problematiche del mio quartiere, esortandola ad agire con decisione tanto per il futuro, quanto per il presente, per far luce sulle vicende accadute ai danni del verde di quartiere, affinché i cittadini possano comprendere e giudicare gli uomini dalle loro azioni. Ringrazio coloro che hanno creduto in me e che mi hanno sostenuto in questi anni.

Massimo Marrano

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Commenti  

 
#9 Guest 2011-02-25 12:03
caro massimo consentimi un affettuoso richiamo,vero e' che loro erano i rappresentanti istituzionali ma tu ti sei fidato troppo di gente come laurenzano,pall adino,e soci. e purttroppo questo e il risultato ma sbagliando si impara.
grazie comunque per il tuo onesto contributo.
 
 
#8 Guest 2011-02-24 18:43
caro massimo consentimi un benevole richiamo,sicura mente in buona fede ti sei fidato di laurenzano,pall adino e compagni questo e stato il risultato,purtt roppo questa è gente [...].
 
 
#7 Guest 2011-02-18 01:11
Gli unici complimenti in tutto ciò, vanno ai membri del comitato di quartiere, persone serie che hanno messo il loro tempo e le loro energie ( in modo del tutto gratuito e disinteressato) a disposizione del quartiere, ma sono stati traditi dalla politica, dai politicanti e purtroppo anche dagli abitanti dello stesso quartiere che sono rimasti lontani e distaccati dal dare supporto al comitato ed ai suoi componenti, proprio perchè vivono Alvanite come un quartiere dormitorio.
 
 
#6 Guest 2011-02-18 01:10
Altro Fallimento della Politica, è inutile la lotta contro i mulini a vento, per Alvanite ci vuole un progetto serio, diversamente resterà sempre un ghetto.
- E’ indispensabile realizzare un secondo accesso al quartiere (Mezza strada già c’e, dal lato della strada per Cesinali altezza accesso zona dei serbatoi dell’acquedotto ), si chiamano ghetti appunto tutte le zone isolate e chiuse rispetto all’esterno, la viabilità porta sviluppo, integrazione, possibilità per le attività commerciali.
- E’ indispensabile mischiare l’edilizia privata all’edilizia popolare (anche questa è integrazione, diversamente si chiama ghetto)
-Le risorse, senza ipocrisia non arriveranno mai da finanziamenti pubblici, soldi non ce ne sono e non ce ne saranno è inutile illudere le persone, i soildi si possono trovare solo nel privato, tipo project finanncing, concedere ad un impresa edile nel ricostruire delle vere abitazioni, la possibilità di realizzare della volumetria in più come incentivo alla ricostruzione di nuovi e veri fabbricati, questa è l’unica strada percorribile, poi vedrete se gli assegnatari riscatteranno o meno gli alloggi ed il tutto a costo zero per le vuote casse comunali.
-Basta guardare alla vicina Avellino ed alle vecchie zone popolari come Valle-San Tommaso-Rione Mazzini-Quattro Grane, le quali mischiate con l'edilizia privata hanno cambiato faccia, si sono integrate alla città, il tutto a costo zero per il comune.
Sono oltre 25 anni che si fà demagogia su Alvanite è l’ora di dire basta alle parole e passare ai fatti , guardando in faccia la realtà senza raccontare balle ai cittadini.
 
 
#5 Guest 2011-02-17 22:26
Un grazie di cuore a Mikele e alla Sig.ra "Una qualunque". Siamo davvero stanchi e penso che l'unica cosa che possiamo fare noi del Quartiere è quella di slegarsi totalmente da "lacci" politici ed iniziare un'attività di "popolo" che coinvolga tutte le persone dotate di buon senso e altruismo.... gli altri possono starsene a casa e se soffrono di solitudine posso sempre scappare da coloro che gli hanno promesso lavoro, casa o chissà cosa!!!!
 
 
#4 Guest 2011-02-17 22:17
Caro Alvaro,
Le assicuro che compagni e compagnucci non hanno sostenuto me. Hanno sostenuto qualcun'altro che - purtroppo per loro - non ha raggiunto la mia percentuale di voti ed il loro progetto di "dominio" è svanito. Come spiegherebbe altrimenti l'abbandono quasi immediato? Si ricorderà il lunghissimo lasso di tempo trascorso per l'ufficializzaz ione del Comitato - come se lo spiega? Ha pensato che qualcuno non mi voleva come presidente? Ma dalla mia parte ho avuto la maggioranza dei membri della consulta. La ringrazio per le parole che ha usato nei miei confronti. Mi spiace registrare questo fallimento per la cittadina del Sabato ma le mie dimissioni nulla sono rispetto ai dolorosi eventi che si sono consumati nei giorni scorsi. Anch'essi frutto a mio parere - come ben spiega Cinzia Spiniello - della ricerca - esclusivamente - della felicità individuale.
 
 
#3 Guest 2011-02-17 15:30
perbacco!
c'è voluto del tempo, ma poi ha capito l'imboscata che gli hanno riservato. Lo hanno scelto, lo hanno fatto votare (da compagni e compagnucci, come direbbe La Sala), poi l'hanno abbandonato.
Ma al presidente Marrano si deve l'onore delle armi, con questa lettera ci dice che è persona saggia e perbene. Ci dice anche che gli amministratori non sono degni (ma noi lo sapevamo) e che si naviga a vista (abbattimenti o riqualificazion e? Centralismo o partecipazione?)
Io lo ringrazio per lo sforzo ed il lavoro che ha fatto nell'interesse della città e lo apprezzo per aver voluto rendere pubbliche le sue critiche all'amministraz ione.
 
 
#2 Guest 2011-02-17 15:11
PIU' CHIARO DI COS' SI MUORE.....!!!!!!
SINDACO HAI CAPITO???
ASSESSORE DELEGATO ALLE PERIFERIE E AL VERDE...HAI CAPITO????
MI ASSOCIO!!!
MASSIMO E' STATO MOLTO CHIARO, LA SUA LETTERA ERA NELL'ARIA DA MOLTO TEMPO, FINALMENTE E' STATA SPEDITA!!!!
ORA VENITE AD ALVANITE PER I VOTI, VI STIAMO ASPETTANDO!!!!
 
 
#1 Guest 2011-02-17 13:28
Premetto che non abito nel quartiere di Alvanite e tale premessa è posta solo per significare che non sono parte direttamente coinvolta dalla vicenda. Mi sono sentita di intervenire solo esprimere la mia solidarietà al sig. Marrano.
Egr. sig. Marrano dalla sua lettera traspare con chiara evidenza il sacrificio personale e l'affetto per il suo quartiere insieme a quanti è riuscito a coinvolgere nel comitato. Per questo le suggerisco di pensare ponderatamente sulla irrevocabilità delle sue dimissioni. Il quartiere avrebbe solo ulteriori danni senza qualcuno capace di portare avanti le proprie legittime aspettative e far sentire con forza la sua voce. Mi dispiace che la cittadinanza attiva non riesca a trovare interlocutori altrettanto attivi. Cordiali saluti