Venerdì, 19 Apr 24

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Il cuore oltre l’ostacolo

In una fase storica tanto complicata occorre uno spirito forte per uscire dalla palude

Tagli, tagli e ancora tagli. La parola chiave dell'ultimo anno evoca solo un sentimento di depressione, che a sua volta fa rima con recessione. Insomma, per i Comuni (oltre che per i cittadini ovviamente) è un tempo di durissima crisi. C'è una «ampia e diffusa preoccupazione dei Comuni e degli amministratori locali sullo stato ormai veramente drammatico della finanza comunale», ha affermato Graziano Delrio, il presidente dell'Associazione nazionale Comuni italiani (Anci). Uno scenario a tinte fosche, che sembra stroncare sul nascere qualsiasi scatto di ottimismo. Ma è doveroso, invece, alimentare la speranza a partire dal piano nazionale dove bisogna intervenire a sostegno delle amministrazioni. Il riferimento è proprio alle trattative che l'Anci vuole condurre con il governo sulla Legge di Stabilità. Le parole di Delrio suonano come una (ulteriore) sinistra premonizione: «Se non verranno apportate integrazioni e correzioni significative, il 2013 vedrà una riduzione strutturale dei servizi essenziali e l’impossibilità di svolgere le funzioni fondamentali assegnate ai Comuni dalla legge, molte famiglie e molte persone perderanno quote di assistenza e il complessivo sistema civico e civile subirà un passo indietro». E, aggiunge il numero uno dell'Anci, «tutto questo in un contesto politico e sociale complesso e di transizione in cui il disagio e il giudizio critico dei cittadini verso le istituzioni è crescente. È assolutamente necessario che il sistema dei partiti e le forze politiche in Parlamento si facciano carico degli effetti che la situazione ha sulle comunità». Insomma, i soldi sono pochi, i servizi vengono cancellati e la gente è sempre più sfiduciata. Una spirale agghiacciante, che deve essere bloccata dal un sistema politico, sebbene appaia troppo fragile. In una fase storica tanto complicata occorre lo spirito forte, la “tempra dei duri” per uscire dalla palude: e bisogna valorizzare proprio il concetto di piccola comunità. Per riuscirci occorre un'unità di intenti che non sia però un accrocco stile “volemose bene”, anzi. La politica deve diventare buona politica e per farlo è necessario un confronto, anche aspro, confinato nel recinto delle lealtà reciproca. Alla Città di Atripalda non servono riedizioni in miniatura del buonismo dell'era targata Monti. I partiti politici, anche grazie alla spinta innovatrice del Movimento 5 Stelle, devono fronteggiarsi per individuare le migliori decisioni possibili, assumendosene le responsabilità. Sotto l'incalzante pressione delle forze di opposizione (e associative) della città.

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