Venerdì, 19 Apr 24

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Il tempo che serve

I fenomeni, le anomalie e le opportunità su cui si potrebbe riflettere

Ho sempre poco tempo. Avrei voluto parlarvi del fenomeno delle trenta pizzerie presenti nel nostro Comune. Provate a contarle e vi renderete conto, sono anche di più. Un bene, un male? A mio parere troppe, specie se, come pare, altre stanno per aprire i battenti.  Stare su piazza in tempo di crisi è davvero difficile per gli artigiani della margherita. La torta del mercato è satura e a parte rare eccezioni, potrebbe derivarne una contrazione con fette sempre più sottili  e un impoverimento generale della categoria. Risultato che nessuno si augura.

Dal problema all'opportunità se si capovolge completamente il ragionamento... Le oltre 30 pizzerie potrebbero diventare un marchio da valorizzare: "Atripalda Città della Pizza". Non mi convince tanto, ben vengano però iniziative in favore dei tanti locali atripaldesi è questo il senso. Pub, paninoteche e pizzerie adeguatamente pubblicizzati potrebbero offrire nuove opportunità di sviluppo per l'intera città.  Ma ho poco tempo e il fenomeno andrebbe analizzato a fondo. Non mancherà di farlo chi è deputato al compito.

Dopo la "moltiplicazione delle pizzerie" avrei voluto affrontare in queste righe anche un altro fenomeno anomalo. L'incremento di attività ludiche, sale da gioco e scommesse, destinate ad incidere profondamente sul tessuto sociale ed economico.  Anche su questo, spero qualcuno si sia soffermato a riflettere.  Di sicuro lo hanno fatto le molte famiglie preoccupate dai debiti prodotti dai loro cari finiti nel vortice del gioco. Il dramma qui è che lo Stato invita al gioco "con moderazione". In pratica, lucrando sulla speranza e sulle rovine economiche dei giocatori, sana i debiti dei suoi bilanci. Senza un'adeguata normativa di contrasto e controllo il fenomeno ludopatie (dipendenza dal gioco, al pari delle dipendenze da alcol o droga) è destinato ad estendersi.  Ma ho poco tempo.

E allora lettore e Direttore mi perdoneranno se senza scomodarmi troppo getto uno sguardo dalla finestra di casa. Ciò che vedo: un ponte romano, un fiume che scorre, un decrepito e grigio edificio, la zona è circondata da una pista ciclabile. Bene. Cominciamo dal ponte. Maestoso per l'ampiezza delle arcate, fine opera di ingegneria ed architettura, un monumento da conoscere e promuovere. Purtroppo le mura deteriorate da pioggia e gelo rendono pericolosa la sosta sotto di esso. Sopra, invece, di rado un treno lo attraversa. Ecco, il ripristino della ferrovia per il turismo di Atripalda... è un altro dei sogni che io e l'amico Gianni Solimene siamo soliti fare su queste colonne. Veniamo al fiume: rigagnolo pure in pieno inverno per lo scippo delle acque a monte. Infine il pugno nell'occhio: l'ex sede dell'Asl e dell'Arpac,  proprietà Inail, che cade a pezzi. Aspettando qualche sortita di privati o dell'Amministrazione, sarebbe opportuno riqualificare l'area e potenziarla con nuovi servizi da affiancare alla pista ciclabile e pedonale che gira intorno al fiume. Già la pista... un sogno di Gianni ed altri divenuto realtà qualche anno fa. Forse allora qualche sogno si può realizzare davvero.

Io purtroppo ho sempre poco tempo...

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