Venerdì, 19 Apr 24

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Mercato, una vicenda affrontata in colpevole ritardo

Caro Direttore,

mi compiaccio per il risalto dato dal tuo settimanale il “Sabato” del 26 settembre scorso allo sciopero di protesta degli ambulanti contro l’ordinanza municipale che sdoppiava il mercato settimanale. Quanto successo ha, ancora una volta, dimostrato che i “politici” non hanno nessun rispetto per i cittadini e cosa ancor più grave è l’aver dimostrato strafottenza nei riguardi degli ambulanti, trattandoli come oggetti e dimenticando i sacrifici che affrontano ogni giorno alle prime luci dell’alba per essere presenti al loro posto. Occorre rendersi conto che il problema va risolto con urgenza. Non si può continuare a dialogare con gli ambulanti senza cognizione di causa. L’ambulante deve poter “sbarcare il lunario” e se ciò non avviene per decisioni prese con molta superficialità, prima o poi la situazione potrà diventare non più gestibile. Con quale testa è stato possibile emettere una ordinanza municipale che disponeva il trasferimento degli alimentaristi al Parco delle Acacie? È vero che c’è stato un intervento dei N.A.S. che giustamente ha riscontrato l’impossibilità che il mercato potesse avere luogo in dispregio delle norme previste dalla legge. È pur vero, però, che questo problema è sorto nel lontano 2004, quando l’Amministrazione, per permettere i lavori di rifacimento della piazza, in via del tutto provvisoria deliberò il trasferimento del mercato a Contrada Santissimo. Si sa che per i politici provvisorio equivale a definitivo. Una raccolta, in brevissimo tempo, di circa 1.000 firme costrinse l’amministrazione a indire un referendum che si tenne nei termini di regolamento solo perché il sottoscritto, alla volontà di far slittare i termini, si contrappose con una querela alla Procura della Repubblica. Il referendum si sa come andò a finire: su 2.241 votanti, 1.643 espressero la volontà del ritorno del mercato in piazza, 583 per il Parco delle Acacie. È vero che in quanto consultivo il referendum non vincola l’Amministrazione a tenerne conto, ma è anche vero che nel Consiglio Comunale dell’11 maggio 2004, sulla presa d’atto della consultazione referendaria, tutti, sindaco in testa, affermarono di rispettare la volontà degli elettori. A tal proposito mi richiamo all’articolo di qualche mese fa per informare i concittadini che la categoria dei “QUAQUARAQUA” ha avuto un incremento. Alla luce di quanto detto, che è pura realtà documentata, lascia il tempo che trova la difesa d’ufficio dell’amico assessore Elio Di Pietro a cui va tutta la mia stima per quanto si sta prodigando, ma che non può scaricare le colpe sulla vecchia amministrazione: questo lo si concede ad uno sprovveduto, non ad un politico di razza quale lo ritengo. È mai possibile che in tutti questi mesi l’Amministrazione non abbia trovato il tempo per affrontare il problema? Di Pietro ha parlato di Commissione consiliare e Confcommercio che, è evidente a tutti, non hanno fatto nulla. È dovuto intervenire il N.A.S. per far capire come stanno veramente le cose. Si sa che i politici, quando le questioni giungono all’attenzione della legge, corrono ai ripari: come in questo caso, in cui pur di dimostrare la loro solerzia hanno perso il “ben dell’intelletto”. Così deve essere accaduto, altrimenti non si spiega la promulgazione di una ordinanza senza testa né coda “VERGOGNOSA” che gli ambulanti, ai quali va tutta la mia solidarietà, si sono rifiutati di rispettare (rimettendoci il guadagno di una giornata). Condivido pienamente il pensiero del consigliere d’opposizione Antonio Iannaccone e a questo mi permetto di aggiungere che l’Amministrazione è libera di allocare il mercato settimanale dove ritiene opportuno a condizione che lo faccia in tempi brevissimi, anche sacrificando per qualche settimana il mercato: l’importante è fare le cose per bene ed in via definitiva. Se veramente si ha a cuore la risoluzione e del problema non resta che convocare immediatamente i rappresentanti delle categorie interessate e concordare luoghi, modi e tempi. L’importante sarà il rispetto di quanto verrà verbalizzato.

Alberto Alvino

Presidente Comitato Referendario

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