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Il 25 aprile di Antonio Alviggi

Quella che ci affida è una testimonianza genuina di stati d'animo, di emozioni che schiacciano il petto, di un incubo che è finito: racconta il sapore della libertà

Quella che leggiamo è una nuova pagina di un inedito diario di Antonio Alviggi, atripaldese, di professione muratore, orgogliosamente italiano, soldato, badogliano, deportato in un campo di lavoro in Germania pochi giorni dopo l'armistizio. Il diario racconta, con la prosa incisiva della verità, una storia di violenza, di fatica, di fame, di soprusi, di brutalità, di morte. Esorcizza il calvario di tante esistenze con una memoria nitida e scabra che fissa definitivamente i ricordi di chi non deve dimenticare, e non vuole. Le sue parole, tracciate a matita sul verso dei cartoncini porosi delle spedizioni (quelli che si legavano ai pacchi con lo spago), sono una testimonianza senza filtri letterari, che si offre dopo 70 anni come un'esplosione di rabbia muta e dolorosa, come un atto di accusa tormentato e lacerante. Per non dimenticare l'orrore passato e presente.

In questa pagina del 29 aprile 1945 Antonio Alviggi 'racconta' il 'suo' 25 aprile. Quella che ci affida è una testimonianza genuina di stati d'animo, di emozioni che schiacciano il petto, di un incubo che è finito: racconta il sapore della libertà.

Li 29- 4 – 45
Cio che scrivo adesso io stesso l’ho passato e l’o vissuto , questi giorni che non ho scritto sono stati pieni di impressione e avvenuta quasi l’intera occupazione della germania la radio ha detto che berlino e come una torcia di fiamme sotto i colpi dei russi e americani , e avvenuto pure l’arresto e la fucilazione di quel vigliacco di Mussolini e compagnia poi l’avvenimento piu senzazionale e che giorno 28 – 4 – 45 e venuto a lavorare al nostro campo il poliziotto che ci comantava alla fabrica io stavo ancora in branta e mi sentivo benissimo alcuni miei compagni mi hanno detto Alviggi sai che velera e venuto a pulire il gabinetto , io dalla gioia sono saldato dalla branta e scappo fuori agguanto questo canaglia per il petto lo sputacchiato sulla faccia e le ho tirato il piu bello e sonoro schiaffo sulla faccia questo avvenimento lo faccio testimoniare e firmare dai testimoni che hanno visto e dopo mi hanno stretta la mano tutti sono rimasti contenti in ispecial modo i polacchi e per questo posso essereorgoglioso e un vero italiano di badoglio , con lo schiaffo non e finito mi sono presentato al poliziotto che comantava questi uomini fascisti e mi ho fatto consegnare questo uomo , me l’ho ha concesso l’o portato al gabinetto e l’ho fatto pulire con le mani tutti i vasi questo gabinetto e comune per tutti gli uomini del campo vi potete immaginare che divertimento e stato per noi tutti , adesso segue la lista dei testimoni il primo e un belga 
Albert Wapslephe
Geschini Diego
Riccardi Giovanni 
Questo e alfabeta D’Alonso Giuseppe X
Maggi Angelo
E ce ne sarebero ancora ma e inutile 5 testimoni bastano non altro sto bene saluti ai miei cari Giulio Maria e ….

Alviggi Antonio

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