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Conti in rosso, il Centro servizi va all'asta

Valutato 4,3 milioni di euro, potrà diventare un centro commerciale. Intanto, spuntano ancora altri debiti

Sarà il Centro servizi a dover salvare il Bilancio-colabrodo del Comune di Atripalda. La decisione, dopo le anticipazioni delle scorse settimane, è ormai ufficiale ed è arrivata all’esame del Consiglio comunale di venerdì 2 ottobre come unica terapia d’urto per colmare il disavanzo di circa 2,3 milioni di euro contenuto nel Rendiconto 2008. Il Centro servizi, che quasi certamente diventerà un Centro commerciale, è stato valutato dall’Ufficio tecnico 4,3 milioni di euro, con una lievitazione di circa 1,2 milioni di euro rispetto al costo di costruzione grazie al cambio di destinazione urbanistica da terziaria a commerciale. L’immobile, che si sviluppa su tre livelli con una superficie coperta di oltre 5mila mq. ed una scoperta di 1.800 mq., sarebbe già stato visionato nei giorni scorsi da qualche imprenditore interessato e sono in molti a pensare che sarà facilmente venduto nonostante la necessità di effettuare alcuni lavori di ristrutturazione, soprattutto sulla copertura e sulla facciata. Con i 4,3 milioni di euro di ricavato (ma anche di più se si aprirà un’asta), l’Amministrazione comunale avrà la possibilità di colmare il buco complessivo di 3,1 milioni di euro evidenziato nella ricognizione del Bilancio in corso (2009), frutto del disavanzo di amministrazione del 2008 (2,3 milioni), di altri debiti fuori bilancio (234mila euro) e delle somme necessarie per garantire il funzionamento dell’ente fino a fine anno (840mila euro), con un saldo positivo di circa 1,1 milioni di euro che potrebbe servire per altri interventi se non per coprire altri debiti che continuano a spuntare. Ed, infatti, è quantomeno curioso notare che nonostante l’attenta verifica dei conti effettuata non più tardi di pochi mesi fa e che ha determinato il buco complessivo di 2,3 milioni di euro certificato nel Rendiconto 2008, nel frattempo sono spuntati altri debiti derivanti da spese legali per circa 190mila euro e da spese impreviste per circa 40mila euro. Ed a tal proposito anche il revisore dei conti, Pasquale Volino, non ha potuto fare a meno di evidenziare nella relazione che accompagna il Rendiconto 2008 che “l’Ente ha impegnato per coprire spese correnti anche somme derivanti dai fondi per la ricostruzione post-terremoto e che sono state solo parzialmente reintegrate”, che “l’Ente deve assolutamente dar luogo ad una programmazione più coerente con la realtà specifica”, che “l’Ente deve provvedere più chiaramente alla verifica dei costi e del gettito per il servizio di raccolta dei rifiuti”, che “i responsabili dei servizi non hanno fornito relazioni sulle cause degli scostamenti intervenuti rispetto alle previsioni” ed, infine, che “l’Ente, nonostante i passi in avanti compiuti, deve assolutamente potenziare i mezzi destinati all’attività di rilevazione e gestione delle risorse economiche” arrivando a concludere che “riguardo al  conto del patrimonio non si è in grado di attestarne la completezza e l’attendibilità”. Insomma, anche il revisore dei conti non ha potuto non evidenziare, a parole sue, ciò che da qualche anno a questa parte è divenuto più o meno chiaro a tutti: che il Comune fa acqua da tutte le parti, che le carte spesso dicono cose diverse dalla realtà e che nessuno si è mai preoccupato di tenere i conti in ordine.

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