logo






La truffa al Comune finisce su Rai Uno

Il sindaco Spagnuolo invitato mercoledì prossimo a “La Vita in Diretta”, il rotocalco giornalistico pomeridiano condotto da Parodi e Liorni, per raccontare la vicenda delle buste paga gonfiate. Intanto, i dipendenti indagati sarebbero pronti a restituire i soldi. Sul versante disciplinare sono state notificate le contestazioni e avvisata l’Autorità nazionale anticorruzione

(foto Antonio Cucciniello)

I quattro dipendenti comunali accusati di essersi gonfiati le buste paga hanno ammesso le contestazioni e stanno collaborando con la giustizia, per chiarire la propria posizione, nel tentativo, evidentemente, di alleggerirla. Anche perché, ieri mattina, sono stati notificati agli interessati i provvedimenti di contestazione firmati dal responsabile del servizio economico-finanziario nonché capo del personale del Comune, Paolo De Giuseppe. La contestazione formale è l’atto propedeutico al provvedimento disciplinare, ovvero la sospensione dal servizio, che verosimilmente arriverà nei prossimi giorni sempreché non intervengano fatti nuovi.

Intanto, dopo la denuncia all’Autorità Nazionale Anticorruzione presentata dal segretario comunale Clara Curto, il sindaco Spagnuolo continua a ricevere attestati di stima e mercoledì prossimo sarà addirittura ospite de “La vita in diretta”, la trasmissione di attualità in onda ogni pomeriggio su Rai UNO. Il primo cittadino di Atripalda sarà accolto da Cristina Parodi e Marco Liorni negli studi di via Teulada a Roma per raccontare cosa è accaduto, a ricostruire i fatti, a far capire come è stato possibile, anche se, considerato che c’è una indagine in corso è difficile che il primo cittadino possa svelare ulteriori particolari.

Intanto, proprio su questo versante, continuano ad emergere nuovi particolari. Per esempio sulla durata. Sembra, infatti, che per almeno tre dipendenti su quattro il “giochetto” andasse avanti almeno dal 2008, anno in cui è cambiato il sistema di gestione delle buste paga, ma non si esclude che tutto possa essere cominciato addirittura nel 2001. Un quarto dipendente, invece, sarebbe stato coinvolto solo un anno fa ed oggi sarebbe pronto a restituire immediatamente la cifra indebitamente percepita di circa 7mila euro. E, dunque, se tanto mi da tanto, ecco che i numeri cominciano ad essere un po’ chiari: se le cifre fossero più o meno le stesse per tutti e quattro, la somma netta che veniva sottratta alle casse comunali era di circa 30mila euro all’anno. E ciò confermerebbe le cifre a cinque zeri che sono circolate sin dal primo momento, al punto da non escludere un “buco” complessivo nel bilancio comunale di mezzo milione di euro lordo. Una somma pazzesca, di cui nessuno ha mai avvertito la mancanza…

In ogni caso la città è sempre più sconvolta. I nomi dei quattro dipendenti coinvolti, due uomini e due donne, ormai sono sulla bocca di tutti. Li conoscono tutti perché sono atripaldesi e perché lavorano da molti anni al Comune, ma nessuno riesce a credere al fatto che possano aver compiuto qualcosa del genere per così tanto tempo senza essere scoperti. Un sistema tanto semplice e tanto infallibile ha violato le casse comunali per più di dieci anni, sottraendo soldi alla comunità. E, come sempre accade in questi casi, i fatti vengono conditi dal pettegolezzo, dall’esibizionismo, dalle bugie, fino a confondersi, a mischiarsi, al punto che si fa fatica a distinguere i buoni dai cattivi. Ed è anche per questo che, dopo la confusione dei primi giorni, negli ambienti comunali si leva il grido: fuori i nomi! La vicinanza personale nei confronti dei colleghi per ciò che stanno passando in questo periodo è un conto, un altro conto è l’essere sfiorati dal sospetto, dagli sguardi imbarazzati, dalle domande pronunciate a mezza bocca. Insomma, se non agli inquirenti, se non ai giornalisti, i dipendenti comunali estranei alla vicenda sperano che quanto prima il sindaco o qualcun altro tiri fuori i nomi ufficialmente, magari anche gli stessi interessati visto che ormai sono stati praticamente individuati, per togliere tutti gli altri da una posizione evidentemente scomodissima. E non è escluso che dopo il 19 febbraio, giorno in cui sono stati fissati gli interrogatori in Questura dei quattro indagati, probabilmente potrà esserci qualche novità.

Stampa