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Uno dei dipendenti indagati chiede gli arretrati al Comune

Uno dei quattro impiegati coinvolti nell’inchiesta penale deve avere 9mila euro. Il suo legale ha inviato una lettera di messa in mora chiedendo i soldi entro 7 giorni

Uno dei quattro dipendenti indagati per truffa aggravata ha dato al Comune i canonici sette giorni di tempo per avere gli arretrati dopo che ha verificato se nei debiti fuori bilancio all’esame del Consiglio comunale di ieri sera vi fosse anche il riconoscimento delle sue spettanze. E ha deciso di incaricare il proprio legale, l’avv. Umberto Ferrajolo, di procedere con la messa in mora. Lo stesso impiegato, ora sospeso, che ha già provato a restituire più o meno la stessa cifra che si sarebbe accorto solo da poco di aver indebitamente percepito nell’ultimo anno e mezzo, ha chiesto che, dall’altra parte, gli venissero corrisposte le spettanze arretrate altrimenti procederà con un atto di pignoramento.

La vicenda risale ad un anno fa circa, quando il dipendente chiese ed ottenne dal Tribunale di Avellino il riconoscimento di aver svolto per tredici anni mansioni superiori al suo livello retributivo ed il Comune fu condannato al pagamento di circa 9mila euro oltre a circa 2.500 euro di spese legali della controparte. In quella occasione, la giunta comunale decise di non impugnare la sentenza in appello e di procedere con una transazione bonaria con uno sconto di circa 4.200 euro oltre le spese legali. Il pagamento delle spettanze arretrate, però, presupponeva un passaggio preliminare in Consiglio comunale per il riconoscimento del debito maturato fuori bilancio, ovvero riferito ad anni precedenti e non previsto.

Nel frattempo, però, il dipendente in questione è stato indagato, in concorso con altri tre, per truffa aggravata nell’ambito dell’inchiesta penale partita dalla denuncia del sindaco sulle buste paga gonfiate con falsi rimborsi chilometrici. E la giunta comunale starebbe valutando l’ipotesi di revocare la delibera con cui accettò la transazione e di presentare appello sempreché i termini siano ancora aperti o, comunque, di attendere le prime conseguenze giudiziarie dell’inchiesta avendo, nel frattempo, provveduto ad accogliere la richiesta dell’Ufficio per i procedimenti disciplinari di essere affiancato da un legale.

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Commenti  

 
#5 claudio 2015-03-22 17:24
Doveva essere secondo noi, il magistrato ad entrare nel particolare per poi vedere a chi addebitare la spesa da far pagare e di tasca propria, e non sempre PANTALONE.
 
 
#4 cittadino 2015-03-20 06:51
La mancanza di controllo, ha comportato quello che è successo al Comune di Atripalda sui 4 dipendenti.
 
 
#3 giulio 2015-03-20 06:47
Bravo ANTONIO, ottimo commento.
 
 
#2 PATRIZIA 2015-03-19 21:36
certo che ci vuole una bella faccia tosta,vi siete [...] di danaro della comunita' e andate fieri di quello che avete fatto,certo quando vi toccano i "soldi" subito impugnate ricorsi [...] dopo quello che avete combinato tenete veramente la faccia tosta
 
 
#1 ANTONIO 2015-03-19 06:56
Io il rimborso al dipendente, lo farei pagare al capo/i settore/i, che hanno consentito X anni che il dipendente facesse cose NON di sua competenza, senza che nessuno lo AUTORIZZASSE.
Non dobbiamo pagare cose che a noi cittadini non ci competono pagare per mancanza di vigilanza, o era tutto predisposto???? ??