Venerdì, 26 Apr 24

Tu sei qui:

Giunta, Landi e Palladino pagano per tutti

Laurenzano ridistribuisce quasi tutte le deleghe e promuove Aquino vicesindaco e De Vinco assessore

Landi

Probabilmente l’operazione non è completamente riuscita e non è nemmeno ancora detta l’ultima parola, ma ciò che ha messo in pratica il sindaco Laurenzano nei giorni scorsi è assolutamente inedito anche se non inatteso o addirittura invocato. Dopo i mal di pancia nella maggioranza di fine luglio (Aquino, Tuccia De Vinco oltre ad Acerra non si presentarono in Consiglio comunale) e le conseguenti dimissioni di Landi da vicesindaco di inizio agosto (un gesto che gli è costato la poltrona), si è aperta una vera e propria crisi nell’Amministrazione che ha convinto il primo cittadino a correre ai ripari ed a mettere mano, pesantemente, alla giunta comunale per tentare di contenere la frana in atto. Se servirà a qualcosa sarà solo il tempo a dirlo, a giudicare dalle tensioni che si percepiscono e la ciambella sarebbe venuta senza il buco, ma in politica ciò che è non è quasi mai ciò che sembra. Resta il fatto, comunque, che nessun primo cittadino dal ’93 in poi (anno d’introduzione del sistema dell’elezione diretta) aveva rivoltato la sua squadra di governo come ha fatto Laurenzano dopo poco più di due anni di mandato. Né Capaldo prima, né Rega poi avevano mai avvertito l’esigenza di dare una sterzata tanto forte alla propria gestione, sostituendo due assessori (ma Laurenzano avrebbe voluto cambiarne almeno tre) e rimescolando quasi completamente tutte le deleghe. Una bocciatura quasi piena per tutto l’esecutivo (e per sé stesso, ovviamente) per ripartire dalle ceneri di un’Amministrazione che dal momento in cui si è insediata ha inanellato una serie impressionante di scottature (in parte indotte, in parte cercate) favorite da un rapporto sempre più difficile con la città e con le forze politiche, a cominciare proprio da quello a cui il sindaco fa riferimento: il Partito democratico. Ma la politica forse stavolta non c’entra (almeno così sembra anche se le ricadute non mancano), i problemi sono talmente tanti che attardarsi a sottilizzare sarebbe fuorviante. Dunque, Laurenzano, di fronte al dilemma che un primo cittadino avrebbe avuto nella sua situazione (maggioranza sfaldata, partito contro, dissesto finanziario alle porte e risultati impercettibili), cioè alzare bandiera bianca o ritentare, ha deciso per la seconda opzione cercando lo slancio attraverso un rimpasto che sa di ultima spiaggia. Difficile trovare un settore dove non ci sia sofferenza, ma stando alle valutazioni che hanno spinto il sindaco a ridare le carte e cominciare un’altra mano sembra che rifiuti, traffico e patrimonio siano state considerate le note più dolenti. E per questo hanno pagato più di tutti gli altri il vicesindaco con delega all’ambiente Landi (l’annunciato “porta a porta” in centro non è mai partito), l’assessore Palladino con delega al patrimonio (la cui valorizzazione servirebbe come il pane per uscire dalle secche) e l’assessore Di Pietro con delega al traffico (i problemi sono sempre gli stessi), quest’ultimo rimasto in giunta - ha dichiarato il sindaco - solo per salvaguardare l’alleanza elettorale con i Socialisti. La “lista nera”, per la verità, comprendeva inizialmente anche il nome di Foschi (finito nel tritacarne per la tormentata gestione, in correità con la Palladino, delle strutture sportive, vicenda che anche nei giorni scorsi ha dato qualche grattacapo, ma anche per la cancellazione, dopo 14 positive edizioni, di Giullarte) che avrebbe dovuto cedere il posto all’esterna Lina Napoletano, prima dei non eletti nel 2007 e ritenuta dal sindaco in grado di garantire più impegno e più presenza in Comune nonché esperienza nel settore della cultura ricoperto dal 2002 al 2007 con Rega sindaco. Ma anche l’assessore Adamo n’è uscito con le ossa rotte rispetto alle sue precedenti deleghe (cultura riassegnata alla Palladino e Parco archeologico trattenuto dal sindaco) per essere messo alla prova come tecnico nel difficile, se non impossibile, compito di valorizzare il patrimonio comunale in tre anni e stanare gli evasori tributari per tentare di salvare il Comune dal dissesto finanziario. Promossi a pieni voti, invece, gli assessori Guerriero (Servizi sociali) e Troisi (Lavori pubblici) ed i consiglieri De Vinco e Aquino, entrati in giunta con deleghe pesanti, rispettivamente all’ambiente e al traffico con la speranza che riescano ad imprimere una svolta a due settori strategici per la vivibilità e quindi per l’immagine dell’Amministrazione. Resta ancora in sospeso la sorte della patata più bollente di tutte, la delega al bilancio, visto che l’ex vicesindaco Landi l’ha ufficialmente rifiutata (restando senza deleghe) e l’assessore Aquino non l’avrebbe accettata (sarebbe stato davvero il colmo dopo quanto è scoperto sulla voragine nei conti e soprattutto quanto scritto dal sindaco nell’opuscolo distribuito lo scorso mese) costringendo il primo cittadino ad occuparsene personalmente almeno fino a quando non troverà un esperto in materia da nominare assessore esterno e “degradare” quindi un altro assessore visto che lo stesso Laurenzano ha ammesso di non avere le necessarie competenze. A tal proposito, a rischiare di più, nella logica seguita finora dal sindaco, dovrebbe essere Foschi, già inserito inizialmente nella rosa dei silurati, ma salvato, si dice, dai buoni uffici di Mario Sena (ma Laurenzano ha smentito) o dall’eventualità, poi confermata, che la delega al bilancio restasse come un cerino nelle mani del sindaco costringendolo a ricorrere all’esterno. Il peggio pare non sia del tutto passato, si attende la convocazione del prossimo Consiglio comunale per registrare tutte le posizioni ufficiali, per verificare se davvero il gruppo consiliare di maggioranza si fratturerà (Landi ha auspicato la nascita di un gruppo autonomo del Partito Democratico, cioè senza Di Pietro e Adamo), se ci sarà addirittura un sottogruppo degli ex Diesse (come è accaduto ad Avellino) visto che si rincorrono voci di riunioni settarie che fanno il paio con quelle che vorrebbero il sindaco Laurenzano impegnato in manovra di avvicinamento a De Mita, se qualcuno davvero butterà il cappello per aria come si sussurra. Senza contare che anche dalle parti del Partito democratico, ancora alle prese con la conta delle tessere, si registra l’ennesima delusione rispetto al fatto che né il sindaco, né altri (l’assessore Aquino, per esempio) hanno ritenuto di coinvolgere o quantomeno informare il direttivo del partito, o ciò che ne resta, prima di assumere impegni. Insomma, una delle patologie che il medico Laurenzano difficilmente riuscirebbe a curare al sindaco Laurenzano è certamente l’ottimismo.

 

Palladino

Aquino

De Vinco

E-mail Stampa PDF