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Il liceo porta in scena il “Gobbo di Notre Atrapalus”

La favola in musica liberamente ispirata all’opera di Hugo sarà proposta martedì prossimo al teatro di Cesinali. Domani mattina, nella sala consiliare, conferenza sull’ambiente

Gli alunni del liceo scientifico “Vittorio De Caprariis” di Atripalda sono impegnati, nei prossimi giorni, in due importanti appuntamenti di chiusura dell’anno scolastico.

Il primo riguarda il tema dell’ambiente. Giovedì 4 giugno, alle ore 10:00, nella sala consiliare del Comune di Atripalda, sarà presentato il progetto “Enea – Idee per salvare l’ambiente”. Sono previsti gli interventi di Maria Stella Berardino (dirigente scolastico), Feliciano Capone (tutor del progetto), Paolo Spagnuolo (sindaco), Luigi Tuccia (assessore all’urbanistica) e del prof. ing. Giovanni De Feo, docente del dipartimento di ingegneria industriale della facoltà di Salerno.

Il secondo appuntamento è una rappresentazione teatrale. Martedì 9 giugno, alle ore 20:30, presso il teatro d’Europa di Cesinali, il laboratorio teatrale del liceo proporrà “Il gobbo di Notre Atrapalus”, una favola in musica in due atti (molto) liberamente ispirata al romanzo storico “Notre Dame de Paris” di Victor Hugo. Ecco gli interpreti: Carolina Barone, Valentina Barone, Federica Biondi, Anita Bruschi, Federica Capobianco, Vincenzo Cappalonga, Marianna Concordia, Valentina Cuomo, Manuel D’Onofrio, Gaetano De Feo, Francesca Di Benedetto, Getulio Getuli, Serena Guerrera, Enrica Musto, Mario Pacifico, Fiorella Pellecchia, Annapia Penta, Antonio Preziosi, Giovanni Renzulli, Maria Romeo, Maria Luisa Rullo, Antonio Spina, Silvia Spina e Mariapia Vietri. Coreografie di Gaetano De Feo, regia di Antonella Saporito.

La storia è riproposta ad Atrapalus (probabile antico nome di Atripalda) e il centro della scena è la chiesa di Sant’Ippolisto. Anche il nome del capitano delle guardie, Truppualdo, richiama quello di un antico signore della piccola cittadina del Sabato. Attraverso una trama sentimentale e favolistica si affronta, in maniera leggera e anche umoristica, il tema dell’emarginazione dei “diversi” e delle angherie dei potenti. L’antica “corte dei miracoli” si è trasformata nei rioni “capolatorre” e “sott’a rovana” dove è possibile criticare ogni forma di discriminazione sociale senza alcuna censura e dove si affermano i valori positivi della vera bellezza e dell’amicizia sincera.

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