Giovedì, 28 Mar 24

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I soldi che non ci sono

La città è di nuovo sommersa dalla spazzatura: perché?

Cambiano i sindaci, cambiano gli assessori, cambiano le “strategie”: ciò che non cambia mai è l’indecente spettacolo dei rifiuti ammassati per strada a cui gli Atripaldesi, ciclicamente, sono costretti. Stavolta, però, non c’entra la neve, né la chiusura di qualche discarica, né lo sciopero degli addetti: stavolta è successo che IrpiniAmbiente, la società “pubblica” che dovrebbe garantire l’igiene urbana nei comuni consorziati, ha deciso dalla sera alla mattina di interrompere il servizio perché il nostro comune ha accumulato negli ultimi tre anni un debito di circa 3 milioni di euro (pari a circa 1 anno e mezzo di canoni). Naturalmente sorge spontaneo chiedersi innanzitutto se ad una società che svolge un servizio pubblico essenziale, come la raccolta dei rifiuti, a fronte del quale migliaia di cittadini pagano bollette salatissime, sia consentito fermarsi così all’improvviso oppure esistano altre procedure meno drastiche? Ed è un caso che l’irrigidimento di IrpiniAmbiente arrivi pochi giorni dopo che la giunta comunale ha deciso per il futuro di avvalersi di altre ditte?

Così come viene da chiedersi chi pagherà un giorno le spese di questa nuova emergenza visto che ormai i rifiuti si sono completamente mischiati e dovranno essere smaltiti come se fossero tutti indifferenziati? Vogliamo scommettere che, direttamente o indirettamente, saranno i cittadini di Atripalda?

IrpiniAmbiente, che vanterebbe crediti per 40 milioni di euro dai comuni consorziati, sembra non voglia sentir ragioni e neanche il prefetto Guidato pare nella condizione di poter favorire una trattativa che da un lato salvaguardi l’igiene urbana e dall’altro lo stipendio dei dipendenti della società pubblica. Stavolta, insomma, pare proprio che il tira e molla che va avanti da tanti anni sia destinato a cessare, e l’unico modo che c’è è quello di scucire i soldi, che il Comune non ha, nella migliore delle ipotesi attraverso un cosiddetto piano di rientro. Già, ma perché il Comune i soldi non ce l’ha visto che i costi del servizio di igiene urbana sono a totale carico dei cittadini? In altre parole, la somma che ogni anno serve per pagare IrpiniAmbiente (2,2 milioni di euro circa) dovrebbe provenire interamente dalle bollette Tarsu. Ma ciò, come è noto, non accade perché da un lato si registra ancora un’evasione compresa fra il 30 ed il 40% (cioè circa 700mila euro all’anno) e dall’altro è possibile anche che i soldi incassati dalla Tarsu vengano utilizzati per tappare altre falle più urgenti.

In ogni caso sembra che ogni volta siamo punto e daccapo e nonostante le promesse, i proclami e le “dichiarazioni di guerra” agli evasori i soldi continuano a mancare...

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