Venerdì, 13 Dic 24

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L’anniversario di nozze diviene un incubo

Coppia atripaldese pronta per il volo in Messico scopre di essere stata truffata

Il viaggio in Messico è rimasto un sogno

Dovevano trascorrere qualche giorno spensierato in Messico, in un grande villaggio di fronte alle coste dello Yucatan, per il loro anniversario di matrimonio. Questo perché i due sposini atripaldesi, trent’anni fa, avevano dovuto rinunciare al viaggio di nozze per problemi familiari. Si erano finalmente decisi a lasciare figli e problemi a casa con l’intenzione di trascorrere una seconda luna di miele dall’altra parte del mondo considerando, in un primo momento, una crociera poi una vacanza in Europa e optando alla fine per il Messico, attratti da un sito specializzato in vacanze all’estero. Una volta decisa la meta del viaggio, i due sposi hanno intrapreso la ricerca del pacchetto più conveniente e, dopo aver navigato per giorni e giorni su internet, hanno notato una pubblicità con promesse di vacanze di sogno in Messico a prezzi stracciati, con sconti fino al 50%. Il marito si è prontamente messo in contatto, mediante posta elettronica, con l’organizzatore dei viaggi ed ha prenotato l’appetitoso pacchetto. Poi, all’inizio di aprile, aveva anche effettuato il pagamento on line, per usufruire un ulteriore sconto previsto sul primo prezzo, cioè sul pagamento con almeno 45 giorni di anticipo. Sembrava andasse tutto per il meglio, dunque: aveva anche ricevuto il voucher di conferma del viaggio, con partenza da Roma se non che la coppia, avendo assistito in TV al disastro ambientale avvenuto tra il Messico e gli Usa (la marea nera di petrolio fuoriuscito da un pozzo nell’oceano), ha poi cercato di contattare il tour operator per cambiare meta e dirigersi verso le altre destinazioni in offerta come Cuba e Repubblica Domenicana. Dopo il primo messaggio, però, i due non hanno ricevuto avuto alcuna risposta se non quella di un amico che li ha informati che la ditta di Verona da loro scelta per il viaggio era stata chiusa dalla finanza perché accusata di aver truffato centinaia di clienti. L’agenzia on line, in realtà, vendeva pacchetti vacanze per conto di altri tour operator e, una volta incassati i soldi, chiudeva il sito e spariva. La guardia di finanza di Verona è riuscita a rintracciare solo un locale in un semi interrato di circa 20 metri quadri da dove i truffatori operavano mentre la società, a responsabilità limitata, era intestata ad una ragazza ucraina tutt’ora ricercata. Si sospetta, però, che dietro alla truffa si nascondano due italiani già noti alle forze dell’ordine. Intanto, i due piccioncini viaggiatori, pur avendo pagato, sono rimasti ad Atripalda.

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