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Omicidio De Cristofaro, Viesto condannato a 17 anni di reclusione

I giudici della Corte d’Assise di Avellino hanno emesso la sentenza di primo grado per l’assassinio avvenuto nel 2000 dell’affiliato al Clan Partenio

De Cristofaro fu colpito da due sicari armati di pistola

Nel primo pomeriggio del 12 luglio 2000, Walter DE CRISTOFARO, nato ad Avellino il 31 gennaio 1963, elemento di elevata personalità delinquenziale, veniva brutalmente assassinato mentre, con alcuni amici, in località San Biagio di Serino, si intratteneva dinanzi al bar “Tiglio” gestito dalla moglie e da altro suo congiunto. Il DE CRISTOFARO fu colpito da due sicari  armati di pistola che, con viso travisato da passamontagna ed occhiali da sole, lo attingevano mortalmente con numerosi colpi di arma da fuoco (pistola tipo “revolver”). Subito dopo i due si dileguavano dal posto a bordo di una Seat Ibiza in cui li attendeva altro complice.

In considerazione della personalità della vittima, nell’immediatezza dei fatti, le indagini, effettuate dai Carabinieri di Avellino, si indirizzarono nell’ambito della criminalità organizzata operante nel serinese e nell’avellinese, e più specificatamente in ambienti legati al Clan Genovese e Clan Cava che, all’epoca si dividevano gli interessi nell’immediato hinterland di Avellino. Il DE CRISTOFARO, infatti, già alleato del clan Cava , da qualche tempo era diventato “un problema” per le due organizzazioni criminali. Si mostrava recalcitrante ad ogni forma di inquadramento gerarchico ed era insofferente per una sua perdita di “consenso” nella sua zona di competenza a causa della detenzione che lo aveva tenuto fuori dai contesti delinquenziale per oltre tre anni (era stato arrestato in data 24.05.1997 e scarcerato in data 13.06.2000). Nell’immediatezza del grave fatto di sangue, venivano individuati alcuni personaggi potenzialmente capaci di poter attuare un simile agguato ed alcuni di questi venivano sottoposti agli esami dello “stub”.

Nel pomeriggio del giorno successivo, in Atripalda, veniva rinvenuta una Seat Ibiza con i finestrini anteriori e quello posteriore destro aperti, con all’interno una bottiglia di plastica contenente liquido infiammabile. Il mezzo risultò oggetto di furto avvenuto il precedente 9 luglio in Monteforte Irpino mentre era parcheggiato in una zona vicina all’abitazione di uno dei sospettati. Tali elementi facevano ritenere che la stessa fosse quella usata dai sicari per compiere il delitto per cui venne sottoposta a meticolosi accertamenti tecnici da parte del personale del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma.

Le successive indagini, condotte anche con intercettazioni telefoniche ed ambientali a carico dei primi sospettati e successivamente confortate dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, permisero di individuare sia i mandanti che gli esecutori materiali dell’efferato delitto. Per tale delitto vennero rinviati a giudizio GENOVESE Amedeo, MASUCCI Antonio, SINISCALCHI Antonio, BIANCO Pasqualino, VIESTO Luigi e ACIERNO Giulio. Costoro, in data odierna, al termine di un prolungato dibattimento tenutosi innanzi alla Corte di Assise di Avellino sono stati così giudicati:

GENOVESE Amedeo, condannato all’ergastolo;

MASUCCI Antonio, condannato a 18 anni di reclusione;

SINISCALCHI Antonio, assolto;

BIANCO Pasqualino condannato a 22 anni di reclusione;

VIESTO Luigi, condannato a 17 anni di reclusione;

ACIERNO Giulio, condannato a 17 anni di reclusione.

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