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L'affetto di Mario Capaldo per la sua città

La foto di pag. 181 indicata da Mario Capaldo

Leggo su Atripaldanews.it una bella intervista al prof. Mario Capaldo. E leggo con particolare interesse, insieme ai ricordi personali e ad alcuni particolari del suo originale e straordinario percorso intellettuale, la parte relativa al 'merito'... Caparbietà, rigore, sobrietà personale, impegno disinteressato... pagano raramente e Mario, con grande umiltà e serena consapevolezza riconosce come 'decisivo' l'incontro casuale a Milano con il prof. Graciotti (e magari anche con la bella lettrice croata...).
Sono certo che Mario saprà e ci vorrà essere vicino con tutto il prestigio delle sue riconosciute qualità, anche aiutandoci ad attivare (come si dice) processi virtuosi per la nostra Città. Sarei felice ed onorato, per esempio, se (ne parleremo in un prossimo incontro operativo con Enzo Angiuoni e con quanti hanno sostenuto la pubblicazione del mio volume Atripalda: Storie e immagini dal '900) volesse offrirci la sua esperienza e la sua competenza per la assegnazione di due borse di studio a giovani laureati o specializzandi di Atripalda, con le offerte raccolte finora con la diffusione del libro (poco più di 7.000 euro).
Mi incoraggia a tanto l'attenzione e l'affetto che Mario continua a nutrire per  la nostra Città.
Non credo di fargli, perciò, cosa sgradita se rendo nota una sua mail del 9 ottobre, in risposta ad un mio indirizzo di saluto.

Caro Lello,

questo tuo messaggio - insieme semplice e (per così dire) solenne  mi ha fatto molto piacere. Non dico di più sull'occasione che l'ha originato, perché io stesso ne sono ancora sorpreso.

Colgo invece l'occasione per complimentarmi con te per quella magnifica «Atripalda illustrata», che ho avuta tra le mani solo qualche giorno fa, grazie all'affetto di Giampaolo, che però più volte in precedenza mi aveva accennato al tuo desiderio che io la ricevessi.

Sicuro di farti cosa gradita, mi permetto subito di segnalarti (anche a provarti l'attenzione e l'interesse con cui ho sfogliato il libro) due minime precisazioni (fra diverse altre): a pag. 142: nella foto in basso a destra, vicino a Tommaso Strumolo non c'è Gerardo, ma Pellegrino; a pag. 181: nella foto in cui troneggia la "signora Melillo", il secondo da sinistra non è Giampaolo, ma sono io, e vicino a me (alla mia destra) c'è Mario Losco, compagno di quegli anni (fino alle medie), che poi purtroppo ho perduto di vista.

Alla prima occasione mi piacerebbe parlare con te della possibilità di una seconda edizione - più estesa, più organica - del libro,  recuperando sistematicamente gli ambienti, i mestieri, ecc. e anche le microstorie delle famiglie e dei singoli, anche di quelli emigrati negli Stati Uniti (fra tutti ricordo la famiglia di Salvatore Spina, mio compagno delle medie e del Ginnasio) o in Germania, in Francia, ecc., una edizione insomma che sia  una vera e propria Prosopografia di Atripalda, e possa essere documento prezioso (soprattutto se se ne facessero altre simili, per altri paesi, e non solo della nostra provincia) per chi scriverà domani una vera storia del Meridione d'Italia... E' solo una fantasia questa? Non è detto. Il nostro (ovvero: il tuo) potrebbe essere un esempio per gli altri, e servire da stimolo!

Un caro abbraccio, Mario

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