Sabato, 27 Lug 24

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Un dono alla città

di Umberto Della Sala

Narrare mediante immagini fotografiche un secolo di vita della propria città non è cosa semplice e facile. Certo, se si vuole, è semplice mettere insieme a caso, un buon numero di fotografie avendo più o meno idea di un generico oggetto comune che le unifichi. Altra cosa è prefigurarsi il disegno di voler soddisfare un’esigenza culturale quale può essere lo sviluppo di un tema preciso e determinato, aggiungendo altresì l’idea di adottare una particolare tecnica narrativa. Nel caso, il proposito era di raccontare un pezzo di storia componendo in sequenza immagini di luoghi e persone, di emozioni e atmosfere, dove le fonti - le fotografie - diventano esse stesse storia. In un tale quadro, già la ricerca di fotografie diventa complessa poiché deve corrispondere a caratteri specifici e coerenti col tema che s’intende trattare. In questa impresa, lunga e laboriosa, si è impegnato il prof. Raffaele La Sala per realizzare il lodevole volume “Atripalda, storie e immagini dal ’900”. Persona di larga e versatile cultura, già affermato per la sua passione civile, politica e letteraria, il prof. La Sala è anche autore di varie pubblicazioni con saggi di storia e letteratura, interventi giornalistici e collaborazioni universitarie. Ora, con questa rilevante fatica culturale, egli si rende artefice di una produzione di alto livello e molto originale per la sua cifra composita. Introducono alla lettura una premessa e una prefazione. La premessa, pervasa di ricordi e nostalgie, è affidata ad Enzo Angiuoni, munifico mecenate, che ha espresso il suo talento imprenditoriale lontano dalla città nativa senza però mai dimenticare le origini e gli affetti della sua gioventù, e per il cui sostegno concretamente manifestato anche in questa speciale occasione il libro ha potuto vedere la luce. La prefazione, riportante con felice sintesi alcuni aspetti della storia atripaldese con riguardo specifico alle attività economiche, commerciali e manifatturiere, è invece del noto prof. Francesco Barra. Apre quindi il prof. La Sala con la narrazione di vicende storiche della città del Sabato, in un vivido e denso compendio. Egli, dopo una riflessione sul carattere della memoria, la memoria “più vera”, e sulle sensazioni che essa suscita in chi ne rincorre le tracce discorrendone oppure osservando immagini pittoriche e fotografiche, porta il discorso lungo il tempo intercettando luoghi e persone, eventi e svolgimenti, con equilibrata essenzialità di dati e riferimenti. E tuttavia l’esposizione non è mai arida o ardua, ma agevole e scorrevole, cordiale e calda, spesso alata da sprazzi e suoni poetici, carica di una spontanea ma contenuta partecipazione emozionale dell’autore. Tanto che la lettura rimane piacevole, fluida e attraente fino all’ultima riga. La sezione iconografica del libro - che è poi quella centrale - è articolata in undici parti precedute, ognuna, da rapide e fini considerazioni. Efficaci e puntuali sono anche le didascalie che accompagnano le singole immagini, aiutando bene a riconoscere e ricordare. L’organizzazione in parti della sezione immagini - è da rilevare - non costituisce il seguito di capitoli di un’unica storia organica (gli studi anche più recenti su Atripalda, del resto, non pongono al momento la necessità di riscriverne la storia, dopo quella dovuta a Francesco Barra) ma l’accostarsi in parallelo di tante storie, facce di un unico volto, che insieme, integrandosi nella mente del lettore, fanno la storia del ’900 atripaldese. D’altronde, questo lascia intendere lo stesso La Sala allorché intitolando l’opera parla di “storie e immagini”. La veste tipografica è gradevole, curata con pregevole gusto armonioso, accesa dalla suggestiva immagine della piazza Umberto 1°, ritratta prima che fosse deturpata da speculazioni e da discutibili scelte urbanistiche. Il formato del libro, maneggevole, è anche misuratamente adeguato a dimensioni delle pagine, che sono tali da consentire un sufficiente godimento delle riproduzioni fotografiche. Tra di esse, appare maggiormente affascinante ed emotiva la “rarissima immagine” di Piazza Umberto, risalente ai primi anni del secolo scorso e stesa su due pagine contigue, fra le prime del libro. E’ una eccezionale rappresentazione artistica, viva, palpitante, che ritrae plasticamente la particolare atmosfera di un tardo inverno; una stupenda scena di massa in bianco e nero che potrebbe dirsi curata da un grande regista cinematografico. Per chi si sofferma a guardarla con intensità penetrante, le persone raccolte a gruppetti ravvicinati, in prossimità di alberelli radi, spogli e scheletriti, sembrano animarsi, muoversi, chiamarsi, gesticolare. La luce, calando dall’alto, rischiara i volti della gente e imbianca gli spazi liberi della spianata, racchiusa tutt’intorno da una cortina di abitazioni anch’esse bianche e toccate di grigio. Il successo del libro e della manifestazione, nel corso della quale esso è stato presentato al pubblico, nel Palazzo Municipale, è testimoniato dalla fiumana di gente che ha affollato la sala dell’incontro. Raramente s’era vista una tale moltitudine, uomini e donne di varia condizione culturale, giovani e meno giovani, mettersi in coda per ritirare una copia del libro e sciamare poi dal portone, in parecchi, già subito col grosso volume tra le mani, prima che avesse inizio la programmata presentazione. Comunque, il luogo, rimasto parimente molto affollato nonostante la rituale attesa, non avrebbe contenuto tutti. Certo, l’incetta del libro era dettata a tanti dalla curiosità immediata da soddisfare più che da profondo interesse culturale. D’altra parte era pressante in tutti la sana attesa di ritrovare o scoprire momenti di vita del proprio passato. Si può quindi ben affermare che la fatica culturale del prof. La Sala si è convertita alla fine in un magnifico dono alla città.

Umberto Della Sala

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