Venerdì, 29 Mar 24

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Una crisi nata male e finita peggio…

Il pesce grosso (PD) sta divorando quello piccolo (SEL), paradossalmente proprio quello più vicino e più simile (Adamo proviene dalle file degli ex DS), in una crisi che sta vedendo prevalere logiche non comprensibili o, comunque, non chiarite visto che tutti (ad eccezione di Tomasetti) si sono consegnati ad un silenzio che la dice lunga sulla capacità di spiegare con parole di verità cosa è accaduto. Il sindaco da un lato e tutti gli assessori dall’altro sono muti di fronte alla paralisi politico-istituzionale-amministrativa che ha investito la città a causa di una crisi che se davvero dovesse risolversi con un semplice avvicendamento in giunta e senza rimpasto di deleghe farebbe pensare che, in fondo, ci fosse poco o nulla da cambiare e quantomeno niente che poteva giustificare tanto clamore. Tanto rumore per nulla, insomma, anche se gli aspetti più significativi sul piano politico di questa vicenda stanno passando in secondo piano, come la frantumazione del centrosinistra, il definitivo divorzio del sindaco dal Partito democratico (con la mancata iscrizione al gruppo consiliare) o l’insanabilità della rottura fra il PD e gli assessori “Cives” (l’obiettivo era far saltare almeno uno dei tre) o, ancora, lo strappo fra il PD e SEL, senza contare che quella coesione interna manifestata con le dimissioni di massa seguite a quelle di Tomasetti da capogruppo si è rivelata assolutamente apparente visto che non si fatica molto a cogliere distinguo e malumori e più d’uno ancora oggi non sa o non si spiega come sta andando a finire questa storia. In altre parole, viene da chiedersi se davvero il Partito democratico c’abbia guadagnato qualcosa. Con l’ingresso in giunta di Tuccia, non si sa fino a che punto motivato o disposto a caricarsi della responsabilità di dimostrare che la sua presenza nell’esecutivo basterà a svoltare, i rapporti di forze certamente non cambieranno (il PD era minoranza ed in tale condizione è rimasto), ha perso un potenziale interlocutore-alleato (SEL), dovendo sopportare anche la condizione di chi è partito per fregare ed è rimasto fregato, dopo aver scoperto che questa crisi qualcuno l’aveva vista prima degli altri e si è messo al riparo per tempo. In un quadro complessivo assolutamente destabilizzato e compromesso, insomma, questa crisi più che l’occasione di un chiarimento, ha rappresentato il “rompete le righe” in vista delle prossime elezioni, con buona pace di chi, come Tomasetti, voleva conservare intatto il valore dell’unità del centrosinistra.

Gianluca Roccasecca

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