Ad Atripalda i posti in cui stare non mancano, ma ce n’è uno che si chiama “Piazzetta degli Artisti”, un piccolo mondo colorato, pulito, dignitoso, dove c’è una scritta…
La piazzetta del Carmine è carina assai, con quel tocco di privacy così piacevole. Certo, senza il faro di Costantinopoli o il totem portarifiuti tipo tavolino portathè sarebbe meglio! Manco fosse la Nike di Samotracia… Due chiacchiere intorno al focolare, si diceva una volta. Noi diremmo due chiacchiere intorno alla monnezza. Ma va bene così, vuoi mettere, abbiamo penato tanto per i totems, ci mettiamo pure a fare il pelo sulla loro collocazione strategica!
Piazza Di Donato, ad esempio, è un gioiellino, ma se si capisse dove inizia e dove finisce avremmo anche un senso dello spazio. La cornice delle auto in sosta concede poco all’estemporanea chiacchiera serale, all’estetico piacere di sostare là dove pure gli arredi sono pregevoli, le panchine comode, le Croci mistiche, il campanile stentoreo. Un silenzio, la sera.
Piazza Garibaldi sarebbe pronta per l’uso, ma il mio amico Enzo dice che, da quando non c’è più, quel posto evoca sinistri presagi. Oddio, non che l’abbia detto proprio così, lui parlava più di camposanti, mortori, ma… abbiamo reso l’idea.
Piazza Umberto, la sfacciata, l’esuberante, la prepotente, la selettiva è stata a lungo la pessima copia di se stessa. Oggi, almeno di sera, grazie all’iniziativa di qualche giovin imprenditore, possiamo rifarci gli occhi con gente nuova.
Ma c’è un posticino che invito tutti a frequentare, a qualsiasi ora del giorno. Il suo vero nome mi sfugge, faccio ammenda, anzi, no, lo conosco ... E’ l’angolo di piazza Garibaldi nascosto dalla quinta muraria (felice intuizione di chi all’epoca amministrava anche per il prossimo …) e che ultimamente è passato molto inosservato ai più, molto meno ai cialtroni, ai distratti e ai genitori prepotenti. Era una specie di discarica, un immondezzaio. Un gazebo costoso in condizioni pietose. Una sterpaia verde pallido. E la vasca del lavatoio! Ma quante volte abbiamo parlato del lavatoio? Quante volte sui gruppi social - indigeni abbiamo ricordato la leggendaria vasca del lavatoio? Una tale quantità di volte da renderla quasi antipatica… Eppure c’è. Ritrovata durante i lavori di disboscamento, ripulita e ristrutturata, fa ora bella mostra di sé come giardino pensile di essenze vegetali. E poi le scritte sui muri, sul pavimento, un posto disadorno, alberelli rinsecchiti. Andateci adesso. Si chiama PIAZZETTA DEGLI ARTISTI, un piccolo mondo colorato, pulito, dignitoso. Bravo Carmine Tranchese! Bravi tutti i ragazzi, i giovani, i meno giovani, brave le associazioni, tutti quelli che ci hanno creduto, ci credono, che qualcosa hanno fatto, che non si sono pianti addosso. E che molto faranno. E guardate cosa hanno scritto: … in questa piazzetta si dà asilo ai sognatori incalliti, ai viaggiatori stanchi, a chi ha scelto di perdersi e non è più tornato, a chi è naufrago nel mare della vita. All’ artista d’ogni arte: entra e raccontaci la tua storia …
Ma, incredibilmente, Carmine teme che ci possa essere chi rema contro, che qualcuno possa volere ancora la monnezza, le pallonate in faccia; qualcuno che odia la vasca ad esempio… ma io gli dico: «è impossibile Carmine! Ormai il guaio lo avete fatto, avete svelato “il mistero della piazza perduta” . Certo, qualche ottuso mastodonte può sempre aggirarsi furtivo tra la quinta e il gazebo, ma voi sarete lì a vigilare e a scacciarlo come nel miglior jurassik park a memoria di atripaldese. L’importante è che la gente, questa amministrazione tutta, abbiano compreso l’importanza del vostro gesto … mi sbaglio o no?».
Giacomo Foschi
Commenti
Ma come diceva un mio educatore "...'a penna é arte leggia". Nel mandato elettorale di Foschi, ricordo che lo stesso Tranchese, non é stato aiutato a rientrare nella sua bottega. Anzi, gli hanno chiesto i soldi del mancato fitto