La raccolta degli elettrodomestici segue un altro iter, faticosamante ricostruito dopo diverse telefonate
Un manifesto che ha sollevato un mare di dubbi quello pubblicato a mezzo stampa ed affisso sulle cantonate cittadine giovedì scorso dall’assessore all’ambiente Maurizio De Vinco.
Nella lettera indirizzata agli atripaldesi il delegato rammenta le ordinanze per un corretto conferimento dei rifiuti citando modalità, tempi e numeri utili per lo smaltimento da parte di cittadini e commercianti.
Senza dubbio una lodevole iniziativa allo scopo di mantenere alta l’attenzione sulla tutela dell’ambiente e la necessità di una buona differenziata che scongiuri l’aumento della tarsu e abbatta l’inquinamento. Peccato che il risultato finale per i lettori sia stato un altro per via di alcuni passaggi contenuti nel testo, capaci di provocare disagi e risentimenti. Ci sono rimasti male, ad esempio, quelli che volevano gettare via un frigorifero o un televisore e chiamando per la consegna il numero verde dell’Asa (840.068.477) si sono sentiti rispondere: «Ad Atripalda gli apparecchi elettrici non li ritiriamo: il servizio non esiste. Su appuntamento prendiamo solo rifiuti ingombranti come materassi, divani, mobili in legno, ferro…». Ma come? C’è scritto sul manifesto - ha replicato qualche cittadino che voleva disfarsi del televisore in maniera corretta - «A noi non risulta - hanno proseguito gli operatori Asa aggiungendo - mancano le aree di raccolta e quella di campo Genova nei pressi dello stadio è ad uso esclusivo dei residenti di Avellino». È andata meglio a quanti hanno chiamato l’altro numero indicato nella lettera (0825.61.53.11) al quale rispondono gentilissimi operatori del Comune; in base alle istruzioni che hanno ricevuto confermano: «Per gli ingombranti basta segnalare all’Asa. Il materiale elettrico viene raccolto in via San Lorenzo dove ci sono dei cassoni a tale scopo». All’Asa, dunque, ignorano che il servizio per lo smaltimento dei raee (rifuti apparecchiature elettriche ed elettroniche) esiste. Lo ignorano in verità i centralinisti perché poco dopo apprendiamo che è stata proprio l’azienda consortile a fornire al Comune non uno ma due cassoni per consentire la raccolta di monitor e tv da un lato – perché hanno processi di smaltimento diversi – e gli altri elettrodomestici nell’altro cassone.
Con tanta pazienza e buona volontà, nonostante gli erronei suggerimenti del manifesto, a questo punto ci si potrebbe disfare del televisore ed altro. Ma poniamo che un carabiniere in servizio ci osservi a depositare un frigo nei pressi di quei cassoni: stando alle nuove leggi in materia potrebbe addirittura arrestarci per illecito sversamento! Un paradosso naturalmente, ma che arrivato alle orecchie del Comune è servito a fare chiarezza: quello di via San Lorenzo - fanno ora sapere da Palazzo civico - è solo un punto d’appoggio dove i cassoni restano per un tempo limitato, il tempo necessario a raccogliere tutti i raee e traferirli in un centro di smaltimento individuato a Battipaglia. Si deve prendere atto che con questo escamotage l’amministrazione dà finalmente vita ad un servizio a lungo inesistente per la mancanza di isole ecologiche (la richiesta di finaziamento per contrada Valleverde è stata inoltrata alla Regione). Il Comune, intanto, cerca di riparare al manifesto ed alla confusione, pare che d’ora in avanti il ritiro funzionerà così: richiesta telefonica al Comune, accordo sul giorno di consegna, ritiro degli operatori dell’Asa presso i cassonetti lungo la strada individuata, deposito nei cassoni d’appoggio (che potrebbero stazionare a via San Lorenzo oppure altrove) e partenza per Battipaglia. La raccolta e lo smaltimento così immaginata dovrebbe farsi carico anche del recupero degli elettrodomestici abbandonati senza preavviso, un ritiro che avrà una frequenza mensile. Certo è auspicabile che gli operatori che rispondono al numero verde dell’Asa ne siano messi a conoscenza per non generare ulteriore confusione. Fin qui i disagi, restano i dubbi… Nel manifesto vengono ricordati suggerimenti che in realtà suonano come un’ordinanza, solo sindaco e capisettore hanno l’autorità per emanarla, in questo caso però, sembrano averla anch’essi subita. Fa bene tuttavia il delegato a ricordare che la spazzatura va gettata fra le 20 e le 6 del mattino, o che i commercianti devono piegare i cartoni e conferirli solo nei giorni feriali fra le 12.00 e le 13.30. Peccato che il manifesto prosegua ricordando che chi non rispetterà la fascia oraria incorrerà in sanzioni pecuniarie (i vigili in settimana avrebbero monitorato la situazione lungo via Roma, dove resta sempre critica). Bene, anzi male: ad Atripalda da cinque anni a questa parte non vi è la traccia di una sola multa, le stesse che il manifesto “minaccia” per i proprietari di cani non muniti di paletta e che non raccolgono le deiezioni dei loro animali, di contravvenzioni, parole a parte, nemmeno l’ombra. A dirla tutta con questa lettera dalle buone intenzioni, non riscontrate nei fatti, l’assessorato più che una buona comunicazione affisa alle cantonate sembra aver preso una cantonata, sarà stata la “comunicazione spazzatura”.