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«Il Centro servizi può ancora evitare il dissesto»

La Xenus ha preso tempo perché vorrebbe risparmiare 200mila euro di imposte, l’assessore alle finanze Landi non nasconde le difficoltà di bilancio, ma resta ottimista

Domenico Landi

La vendita del Centro servizi per le piccole e medie imprese di via San Lorenzo per 2.651.000 euro non si è realizzata come previsto entro il 2014 e non è chiaro se, a questo punto, è ancora possibile evitare il dissesto finanziario. L’assessore alle finanze del Comune di Atripalda, Domenico Landi, non sfugge alla questione.

Assessore, il centro servizi è rimasto invenduto: che succede ora?

Ancora non possiamo dire con certezza cosa accadrà. Il rendiconto annuale va approvato entro 120 giorni dalla data di fine esercizio, quindi entro la fine di aprile. Dunque abbiamo ancora la possibilità di procedere all’alienazione del centro servizi iscrivendola nell’esercizio dello scorso anno. Ai fini contabili, cioè, non cambia nulla.

Ma la trattativa è ancora in piedi?

Per noi resta ancora la strada maestra per coprire il disavanzo. Almeno fino a quando la Xenus non ci dirà che non è più interessata all’acquisto del centro servizi oppure che noi non potremo più attendere, cioè fino all’approvazione in giunta del rendiconto 2014.

Quali difficoltà sono emerse?

La Xenus sta legittimamente cercando di verificare se e come può risparmiare circa 200mila euro di imposte sull’acquisto. Subito dopo dovremo procedere con l’atto, peraltro già approvato dai nostri uffici e inviato per conoscenza alla Corte dei conti.

In altre parole?

Se il centro servizi fosse stato inserito in un apposito elenco ministeriale dei beni demaniali alienabili la Xenus avrebbe avuto diritto ad una riduzione, se non addirittura ad una esenzione, delle imposte. Ma così non è e, dunque, al momento la cifra da versare all’Erario è quella. Da parte nostra abbiamo tentato di favorire una soluzione chiedendo al Ministero l’inserimento dell’immobile in quell’elenco: se ciò accadrà la probabilità di chiudere la trattativa resta alta, altrimenti aspetteremo che in tempi ragionevoli la Xenus ci faccia sapere cosa vuol fare perché abbiamo necessità di andare oltre.

Vogliamo provare ad andare oltre?

Lunedì prossimo avremo un incontro con tutti i capisettore per chiedere loro di avviare l’accertamento dei residui e di predisporre una bozza di rendiconto. In altre parole vogliamo capire, nel caso in cui la vendita del centro servizi non dovesse realizzarsi, se e quale sarà il disavanzo del bilancio. La cifra che emergeva dall’ultimo assestamento di bilancio era di circa 840mila euro, entro fine mese contiamo di sapere se e quale scostamento potrebbe esserci.

A quel punto?

Se davvero la Xenus dovesse tirarsi indietro non ci resterà che approvare il rendiconto 2014 e rimetterci alle valutazioni della Corte dei Conti. Tenendo anche conto del fatto che la nuova normativa in materia di contabilità pubblica potrebbe darci una grossa mano. Insomma, vogliamo sperare fino all’ultimo di essere stati in grado di evitare il dissesto altrimenti anche assumerci la responsabilità di aver forzato il regolamento di alienazione dei beni pur di vendere il Centro servizi sarà stata inutile.

Lei che pensa?

La Corte dei conti sa esattamente tutti i passaggi che abbiamo fatto e, soprattutto, come abbiamo lavorato sul nostro bilancio, rendendolo assolutamente trasparente sin dall’inizio del nostro mandato. In fondo è stata proprio la Corte dei conti a segnalarci alcuni mesi che la vendita del Centro servizi non era sufficiente a coprire il disavanzo e che dovevamo, come abbiamo fatto, trovare altre strade. Ed infatti, la cifra che serviva era scesa da 2,6 milioni a 840mila euro. E anche l’applicazione della cosiddetta contabilità armonizzata ci potrà aiutare a definire ancora meglio quali e quanti debiti ancora abbiamo.

In ogni caso sembra certo che, in un modo o nell’altro, la fase di attenzionamento della Corte dei conti sta per finire…

Il trienno 2012-2014 è finito e con esso il periodo entro il quale eravamo obbligati a ripianare il disavanzo che abbiamo trovato quando ci siamo insediati. Speriamo, soprattutto per la città più che per noi, di essere stati in grado di evitare il dissesto.

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Commenti  

 
#5 ViAspeAv 2015-01-13 19:00
Complimenti !!!
 
 
#4 Ingino 2015-01-12 11:14
A me risulta che ci sia un altro buco da mezzo milione di euro che ancora deve venir fuori e che i romani si sono fatti definitivamente indietro. assessore landi perchè non dici nulla? perchè nascondi le carte?
 
 
#3 uno di Atripalda 2015-01-12 06:39
Per ANTONIO non clonato:
Ma nonostante ciò, continuano a voler amministrare.
Chissà che regalo, lasceranno ai prossimi amministratori. Politico si nasce, non si improvvisa.
 
 
#2 giulio 2015-01-10 13:46
Ma ci sono delle scadenze da rispettare o si sta facendo una cosa familiare?
 
 
#1 Antonio non clonato 2015-01-10 12:20
il dissesto vuol dire pagare molto di piu' da parte della cittadinanza ! Ma significa pure per quest'amministr azione : non fare piu' parte in nessun modo con la pubblica amministrazione future ! PER CUI SI è PERSO SOLO TEMPO , PER FARE COSA ? DI PIANI B NESSUNO SE NE è MAI OCCUPATO ! QUESTO NON SIGNIFICA AMMINISTRARE CON OCULATEZZA , MA BUTTARE A CAMPARE ! FATECI LA CORTESIA : TORNATEVENE A CASA VOSTRA .