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Sant’Ippolisto presto cattedrale

La chiesa madre di Atripalda, un tempo sede vescovile, potrebbe essere promossa al rango superiore. Il sindaco Spagnuolo annuncia lintenzione di presentare richiesta alla Curia: «La nostra città accrescerà la propria attrattiva turistica e il commercio si gioverà della spinta archeologico-religiosa»

La chiesa madre

«Tra le tessere del mosaico del ripristino generale dei beni culturali di Atripalda ce n’è una a cui teniamo particolarmente: fare richiesta affinché la chiesa di SantIppolisto diventi cattedrale». È proprio il sindaco Paolo Spagnuolo a dirlo, a margine del convegno tenutosi giovedì pomeriggio presso la sala consiliare del comune sui lavori di adeguamento e restauro della basilica paleocristiana nel centro storico, a ridosso del municipio. La metafora nasce dalle descrizioni alle numerose foto di reperti archeologici mostrate nel corso dell’incontro, oltre a un rendering in 3D della struttura: «La basilica di vico San Giovanniello, lacquisizione di palazzo Caracciolo, la Civita, la chiesa madre, sono elementi svuotati di significato e di prospettiva se non le si considera tessere di un unico mosaico, ovvero quello del recupero globale e della valorizzazione dei beni culturali della nostra città. Un quadro essenziale di valorizzazione del territorio che pone Atripalda al centro di una rete turistica a carattere religioso di primaria importanza», continua il primo cittadino.

Dall’abbazia di Montevergine alle catacombe paleocristiane dell’Annunziata di Pratola Serra, Atripalda è esattamente al centro di quello che è stato delineato come area vasta “Città di Abellinum”, progetto a cui sta dedicando i suo sforzi il vicesindaco Luigi Tuccia, anche alla luce del nuovo ruolo di consigliere provinciale. Una nuova denominazione, quella dunque di cattedrale, che investirebbe la chiesa madre degli atripaldesi di nuova luce, sia sul piano religioso che quello turistico. Come riportato anche dal sito della diocesi di Avellino, la chiesa viene addirittura definita come il cuore della “sancta Abellinensis ecclesia”. Fu qui che, di poco al margine della necropoli pagana ed in una piccola catacomba - lo Specus Martyrum -, furono sepolti i martiri Ippolisto ed altri, nonché il patrono, il vescovo Sabino, e il suo diacono Romolo. Successivamente, in epoca bizantina e poi longobarda fu luogo di preghiera e molto probabilmente costituì anche la chiesa del vescovo (o, appunto, cattedrale), come fa pensare anche la lunga dipendenza dal Capitolo della cattedrale di Avellino. Presenza che contribuì efficacemente alla scelta del sito per l’insediamento medievale che avrebbe poi preso il nome di Atripalda. «Se un tempo Atripalda veniva definita città dei mercanti - continua Spagnuolo - non è certo tramite soluzioni una tantum che si può invertire una crisi generalizzata. Puntiamo alla creazione di un commercio a trazione turistica. Quale pilastro migliore dei nostri beni storico-artistici?».

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Commenti  

 
#1 Giovani disoccupati 2015-01-25 15:55
Noi cerchiamo lavoro e questi pensano a chiesa madre.