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Bretella Alvanite-Novesoldi, la storia di un esproprio infinito

Vent’anni fa fu realizzata la strada di collegamento grazie ad un esproprio che il tribunale ha dichiarato illegittimo. I proprietari hanno chiesto 260mila euro di indennizzo e la giunta ha rifiutato

Una storia infinita, una vicenda che si trascina da almeno un ventennio, da quando fu realizzata la bretella di collegamento fra contrada Alvanite e contrada Novesoldi, rischia di creare un “buco” di 300mila euro nei conti del Comune. Almeno questa è la cifra che grosso modo i proprietari del terreno che all’epoca fu espropriato per costruire la strada chiedono a titolo di indennizzo mentre è ancora in corso un procedimento giudiziario iniziato quasi dieci anni fa.

I signori Crescenzo, Paolo e Aurelio De Caprariis, infatti, nel 2006 hanno impugnato davanti al Tribunale di Avellino la procedura espropriativa chiedendo la dichiarazione di illegittimità ed il risarcimento di tutti i danni diretti ed indiretti. Cinque anni più tardi, nel 2013, il Tribunale definiva il giudizio accogliendo la domanda dei De Caprariis e condannando il Comune, difeso dall’avv. Sabino Vitagliano, al pagamento della somma di 261.037,57 euro maggiorata degli interessi al tasso legale dalla decisione al saldo, nonché alla restituzione di 1.206 mq. di terreno non utilizzato per realizzare la strada ed a rimborsare le spese processuali fissate in 12.800 euro.

La giunta comunale, però, ha impugnato la sentenza davanti alla Corte d’Appello di Napoli che, nel novembre di quell’anno, ne ha sospeso l’efficacia esecutiva accogliendo l’istanza del Comune, sempre rappresentato dall’avv. Sabino Vitagliano. Oggi, nelle more della definizione del giudizio d’appello, i De Caprariis, assistiti dallo studio legale Visconti, hanno avanzato una proposta di transazione che, sostanzialmente, rispetto alla sentenza di primo grado, “fa sconto” delle spese processuali. In altre parole, i germani Crescenzo, Paolo ed Aurelia hanno chiesto 260mila euro e la restituzione del suolo di 1.206 mq. mentre sono evidentemente disposti ad accollarsi le spese processuali al netto della consulenza tecnica d’ufficio (CTU) e delle spese di registrazione della sentenza.

La giunta comunale, invece, seguendo il suggerimento dell’avv. Vitagliano, il quale ritiene che la sentenza di primo grado sarà certamente riformata e che la proposta di transazione non è conveniente per il Comune, ha respinto l’offerta. E dunque sarà la Corte d’Appello di Napoli a mettere la parola fine ad una annosa vicenda, nata con la realizzazione della bretella, ma che affonda le radici alcuni anni prima, alla fine degli anni ’80, quando effettivamente sorse il problema di ammagliare l’allora neonata contrada Alvanite al sistema viario principale. Il viadotto sul raccordo da un lato e la bretella dall’altro servirono allo scopo dopo che non fu possibile realizzare una specie di anello stradale che avrebbe dovuto interessare anche via Tiratore. E, dunque, l’idea della strada di collegamento fra Alvanite e Novesoldi a scapito dei De Caprariis che difesero anche con la… doppietta il loro terreno quando i tecnici comunali cominciarono ad effettuare i primi rilievi. A rendere ancor più tortuoso l’iter amministrativo, un iter che ancora oggi, nel 2015, impegna l’Amministrazione in un contenzioso infinito ed economicamente rischioso, non mancarono ipotesi di speculazioni edilizie che spaccarono la classe politica di allora. Pochi chilometri di strada che ancora oggi rappresentano un “buco nero” nel bilancio comunale e forse anche nella storia del dopoterremoto.

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