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Il monumento ai Caduti ha perso un po’ di… cera

A meno di due anni dall’intervento di ripristino costato 30mila euro e finanziato dalla Sidigas le statue in bronzo dedicate agli eroi della Grande Guerra sembrano messe peggio di prima

Oggi (a sinistra) e... il giorno dell'inaugurazione (a destra) (foto Antonio Cucciniello)

Meno di due anni dopo il restauro costato mille euro al giorno, la statua in bronzo realizzata all’inizio del secolo scorso dallo scultore napoletano Raffaele Marino di Paolo avrebbe bisogno di un urgente intervento… di rimessa a nuovo. La brillantezza che spiccava nel giorno dell’inaugurazione avvenuta il 14 luglio 2013 è solo un ricordo, il verde scuro sta diventando velocemente grigio chiaro, ma soprattutto sono apparse strane macchie che hanno riportato le condizioni della statua principale - ma le altre due laterali non stanno messe meglio - più o meno a com’era prima del restauro. Il confronto fra le due foto è impietoso: in meno di due anni la differenza è notevolissima. E chissà cosa ne penseranno alla Sidigas Spa, l’azienda che ha finanziato l’intervento spendendo circa 30mila euro.

Prima del restauro il monumento si presentava certamente degradato, ma oggi non sembra messo molto meglio: “Il monumento inaugurato il 13 giugno 1927 - si leggeva nella relazione del direttore dei lavori, il dott. Giuseppe Muollo della Sovrintendenza Bap - ad un esame autoptico si presentava fortemente degradato; un degrado tipico dei manufatti in bronzo esposti a cielo aperto e con in più i danni provocati dai difetti di fusione come i vuoti lasciati dalle bolle d’aria o le giunture imperfette delle varie porzioni di fusione legate tra loro con saldature a ferro; il processo di corrosione del bronzo dovuto all’azione degli agenti atmosferici ed all’inquinamento evidenziato dall’affiorare dei cloruri del rame, le colature di colore, quel fenomeno chiamato “pyting”, meglio conosciuto come il “cancro del bronzo” per fortuna solo in alcuni punti della sommità della scultura, imponevano un indifferibile restauro”.

A questo punto sarebbe auspicabile quantomeno un veloce “restyling” oppure programmare una serie di interventi manutentivi da effettuarsi almeno una volta all’anno per evitare che il bronzo appaia così rovinato. I fattori atmosferici certamente giocano il proprio ruolo, tuttavia due anni sembrano davvero pochi per riportare l’opera quasi nelle stesse condizioni in cui si è trovata dopo quasi un secolo. Tutto lascia credere che se non si interverrà quanto prima, il restauro di due anni fa sarà presto solo un imbarazzante ricordo, sia per chi ha speso i soldi e sia per la città che lo ha consentito.

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Commenti  

 
#4 Paolo 2015-03-27 05:51
Secondo me, con 30 mila euro ( 60 milioni delle vecchie lire ) si poteva fare un lavoro a regola d'arte.
Chissà cosa è successo. Bisogna sempre pensare a male???
 
 
#3 Stanco di tutto 2015-03-27 05:45
X ERMELINDO:
Ma adesso chi paga per un nuovo restauro?
Noi?
 
 
#2 cittadino 2015-03-26 06:38
Anche se con i soldi della Sidigas PERCHÈ con 30 mila euro ( e sono tanti soldi ) il restauro è stato fatto NON A REGOLA D'ARTE???? COSA È SUCCESSO???? SI SONO SPESI TUTTI I SOLDI PER IL RESTAURO?????
 
 
#1 Ermelindo 2015-03-25 19:39
Ebbi a dire, al momento del restauro, che la tipologia di intervento, non era adeguata alle necessità dell'opera. Dissi, a lavoro concluso, con il direttore Roccasecca presente tra gli altri che "il restauro" non sarebbe durato a lungo, e che, anzi, avrebbe peggiorato lo stato dell'arte. Sono stato, purtroppo buon profeta...ed anche in Patria! Non mi dilungo, ma l'asportazione di film superficiale, che "scalfisce" anche la superficie metallica non è un "lavoro fatto secondo le regole dell'arte"! Occorre, ora, un duplice intervento, come ha ben individuato il Direttore 1) ripristino del film superficiale con intervento straordinario 2) un protocollo di manutenzione ordinario. E' nostro dovere preservare un simbolo della nostra città, che è allo stesso tempo passato e futuro.