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Festa: Puntiamo a costruire l’ambiente ideale per il gioco del calcio

Parla il responsabile del settore giovanile dell’Abellinum: Partiamo da zero per crescere insieme e per costruire una possibilità, una prospettiva

I giovani calciatori dell'Abellinum

Sono partiti da zero e nel giro di pochi anni stanno costruendo una prospettiva per giovani calciatori: Gianluigi Festa, responsabile del settore giovanile dell’Abellinum calcio, spiega il progetto della società: «Crediamo nello sport - esordisce il dirigente - e lavoriamo ogni giorno affinché anche ad Atripalda ci sia la possibilità di fare calcio, soprattutto a livello giovanile. L’obiettivo è quello di crescere tutti insieme: ragazzi, società e ambiente».

Come siete organizzati?

«Il nostro settore giovanile comprende tre categorie, cioè i primi calci, i pulcini e i piccoli amici, a cui aggiungeremo anche i giovanissimi, gli esordienti e gli allievi per coprire un intero decennio che va dal 2000 al 2010. E più in avanti completeremo con il settore juniores».

Con quali finalità?

«Partiamo da zero per crescere insieme e per costruire una possibilità, una prospettiva. Solo per fare calcio, senza scopo di lucro. E per riuscirci i ragazzi vanno seguiti per almeno 4, 5 anni. A settembre effettueremo uno stage per selezionare i ragazzi che parteciperanno ai vari campionati giovanili, attraverso i quali si maturerà l’esperienza necessaria per entrare a far parte un giorno della prima squadra, in seconda categoria, in prima o in promozione a cui puntiamo di arrivare nel giro di pochi anni».

Siete ottimisti?

«Dopo la delusione della retrocessione, il presidente Cucciniello insieme al direttore generale Trasente, al direttore sportivo Pelosi ed a tutti gli altri dirigenti stanno lavorando per mettere insieme una squadra competitiva, all’altezza delle aspettative e per creare un ambiente sano e motivato, dove ognuno sa esattamente quali sono i propri compiti e le proprie responsabilità».

E cosa manca per vedere il campo sportivo pienamente fruibile?

«Credo poco. Per settembre contiamo di avere l’autorizzazione all’utilizzo della tribuna coperta in modo da portare la capienza dell’impianto a 400 spettatori. Lo scorso anno mi sono assunto delle grosse responsabilità, in qualche caso forse ho anche forzato la mano, ma vedere una mamma seduta sul marciapiede ad aspettare che il figlio finisse di giocare senza poter salire sugli spalti a guardarlo non sono riuscito a sopportarlo. A che serve avere un terreno di gioco perfetto, una squadra competitiva, tanti ragazzi che si giocano e si divertono se nessuno può guardare? So che l’Amministrazione si sta impegnando pere superare le ultime difficoltà e spero che dal prossimo anno scene come quella non ne vedremo più».

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