Giovedì, 25 Apr 24

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Imparare la lingua all’estero? Sì ma…

Cosa c’è di meglio che andare oltre confine per una full-immersion linguistica? Verissimo. Ma se progettate di conciliare studio e lavoro ci sono due o tre punti su cui è necessario riflettere…

Esiste una grande richiesta da parte di persone, giovani e non, che vogliono andare all’estero per alcuni mesi con la specifica motivazione di imparare la lingua perché sono consapevoli di avere un livello linguistico non soddisfacente sotto il profilo di cultura personale e professionale. 
Né la scuola né l’università né i corsi serali hanno permesso loro di sentirsi sicuri nell’uso della lingua straniera.
Molte persone, per vari motivi (risorse economiche limitate, rifiuto per l’apprendimento strutturato a scuola, voglia di confrontarsi con il mondo lavorativo straniero, convinzione di riuscire ad imparare la lingua sul lavoro), cercano la soluzione al proprio problema con la lingua straniera scegliendo la modalità studio e lavoro in contemporanea. Allo studio vogliono dedicare la serata, dopo un lavoro a tempo pieno, oppure vogliono sfruttare gli spazi pomeridiani dopo un lavoro part-time.
Di fronte a questa situazione occorre fare alcune considerazioni per facilitare la scelta giusta per le proprie esigenze.
La soluzione migliore rimane sempre un corso vero e proprio, con insegnanti preparati all’insegnamento della lingua agli stranieri, in una classe internazionale, con un numero fino a 10-12 partecipanti. Il corso dovrebbe essere intensivo con almeno 15-20 lezioni a settimana, che richiede almeno due ore di studio autogestito il pomeriggio o la sera.
Chi non dispone di un livello almeno medio, sul lavoro non sarà in grado di capire, se non con grande travaglio, né di farsi capire con un linguaggio semplice e scorrevole; egli deve per forza essere relegato in lavori che non prevedano un utilizzo articolato della lingua oppure che siano strutturati in modo tale che non ne imponga la conoscenza. 
Questo implica un ventaglio di scelte a dir poco avvilente e limitato: da un lato lavori che impediscono l’utilizzo delle esperienze lavorative maturate, che sono, per di più, a paga bassa; dall’altro lato lavori pesanti e ripetitivi, dove la lingua viene praticata coniugando i verbi solo all’infinito, dove i colleghi di lavoro sono stranieri, dove si lavora in solitudine.

Per ulteriori informazioni rivolgersi al Centroinformagiovani o telefonare al numero 0825.610320.

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